A proposito di Medicina Narrativa anche ai tempi del Coronavirus

Il sociologo Paolo Trenta dell’Osservatorio Medicina Narrativa Italiana, intervistato da Sanità Informazione in merito al suo articolo apparso sull’Italian Journal of Prevention, Diagnostic and Therapeutic Medicine, affronta il tema dell’utilità della Medicina Narrativa anche in questo momento drammatico di pandemia.

Articolo di Giovanni Cedrone su Sanità Informazione

Ai tempi del Covid-19 occuparsi del tema della relazione medico-paziente può sembrare superfluo, data la portata della crisi sanitaria. Eppure le cronache di questa pandemia ci hanno raccontato spesso di pazienti che arrivano in ospedale già molto gravi, spesso intubati e costretti a terminare la loro vita in isolamento e senza vedere gli affetti. Di fronte a questo tsunami l’operatore sanitario si è spesso trovato impreparato a gestire un simile carico emotivo. «Il guaritore è ferito» ha efficacemente sottolineato il sociologo Paolo Trenta dell’Osservatorio della Medicina Narrativa Italiana in un articolo sull’Italian Journal of Prevention, Diagnostic and Therapeutic Medicine, organo ufficiale della Simedet, Società italiana di medicina diagnostica e terapeutica.

«Si incontra il limite, la finitezza, la mortalità dell’altro – scrive Trenta – e si incontra il proprio limite e la propria mortalità. Si incrocia la fragilità e la vulnerabilità della persona malata che si ha di fronte e si fa i conti con la propria inevitabile fragilità e vulnerabilità che si era accuratamente occultata in una concezione di quasi onnipotenza».

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