FRONTIERS HEALTH 2020

Frontiers Health emerged over the last years as one of the premier global events on digital health and innovation in healthcare. In the last five years, the conference has turned into a unique platform for deal making, networking and learning in the industry and has been repeatedly defined as “home to the digital health ecosystem”, gathering thousands of innovators, leaders and key players from the health industry each year in Berlin and in other locations across the world.

Given the circumstances, the format of the 2020 edition will be hybrid combining online global streaming together with offline events and activities held at Local Hubs in multiple locations such as Italy, Germany, Finland, Malta, Spain, Switzerland and USA all streamed globally too.

The conference will be dedicated to the digital health innovation in the context of the ‘new normal’ focusing on telemedicine, digital therapies, breakthrough technologies, patient-centricity, healthcare transformation, investments and ecosystem development.

The program will start at 2:00 pm CET on both days with plenary sessions (talks and panels) and parallel break-out sessions (masterclass, workshop, deep-dive formats) in pure Frontiers style.

 

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L’importanza delle parole. Il 30°Anniversario di Parkinson Trento

10 Novembre 2020 – Tanti gli appuntamenti in occasione del 30° Anniversario Parkinson Trento #nonchiamatemimorbo. Una campagna socialeeducativamultimediale sulle malattie di Parkinson, fortemente voluta e promossa a livello nazionale da Parkinson Italia.

Dal 6 al 15 novembre un calendario fitto di incontri: diversi appuntamenti online, per dialogare insieme sui temi legati alle malattie di Parkinson, sull’importanza delle parole all’interno del percorso di cura, e per osservare l’originale mostra fotografica, che unisce la vista all’udito:

“Conoscenza, consapevolezza e promozione della salute sono gli obiettivi della campagna #nonchiamatemimorbo, La malattia di Parkinson non è contagiosa, non va nascosta agli altri e a sé stessi. È diffusa, ma poco conosciuta. Per sradicare gli stereotipi e i pregiudizi non basta fornire informazioni in quantità: servono storie, servono esempi da emulare. Questa mostra fotografica mira a raccontare queste storie, con uno sguardo diretto, autentico – senza lasciare spazio a facili pietismi, regalando al visitatore un’esperienza forte e coinvolgente.”

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Covid19 e i suoi effetti sulla salute mentale collettiva: un’intervista al Dott. Giuliano Castigliego, autore de “Il coraggio della fragilità”

Covid19 e i suoi effetti sulla salute mentale collettiva: una interessante ed approfondita intervista al Dott. Giuliano Castigliego,  specialista in psichiatria e psicoterapia, che lavora come psichiatra e psicoterapeuta ad indirizzo analitico a Coira, Svizzera, membro dell’Accademia psicoanalitica della Svizzera Italiana e della società Balint (Svizzera),  formatore, supervisore e conduttore di gruppi Balint.

Il Dottor Giuliano Castigliego è l’autore de Il coraggio della fragilità (Longanesi), reperibile al link: https://www.longanesi.it/libri/giuliano-castigliego-il-coraggio-della-fragilita-9788830456303/

Si tratta di un agile manuale che affronta il tema della salute mentale durante – e dopo – la pandemia: come sfruttare a nostro vantaggio quelle che chiama “le fratture della psiche”?

Questa ed altre domande nell’intervista:

Dottor Castigliego, grazie intanto per aver accordato questa intervista su un tema così presente; la prima domanda che le poniamo, per iniziare ad addentrarci nel tema della salute psicologica in relazione alla pandemia, è:

Perché la pandemia risulta essere un evento sconvolgente anche dal punto di vista psicologico? E qual è, o sarà, la sua portata?

La pandemia attuale da SARS-CoV-2 oltre che drammatici danni alla salute fisica delle persone e all‘equilibrio sociale ed economico della collettività (impoverimento delle risorse, grave accentuazione delle disparità economiche) sta provocando gravi ripercussioni sulla salute mentale individuale e collettiva. Ci ha scaraventato in uno di quegli scenari distopici evocati dai film degli anni novanta in cui una serie di catastrofi sconvolgeva il mondo portandolo a un passo dall’estinzione. Le drammatiche conseguenze sanitarie, sociali ed economiche e il carattere globale della pandemia comportano, e verosimilmente comporteranno per un tempo ancora imprecisato e imprecisabile, la perdita della «normalità» cui eravamo precedentemente abituati, così come del senso di sicurezza e di prevedibilità che di quella normalità facevano parte.
Il grande sociologo Baumann nel suo ultimo saggio „Retrotopia“ ci aveva avvisati constatando che il pendolo della mentalità pubblica ha cambiato rotta. Ora non insegue più il futuro, come aveva fatto negli ultimi secoli con l’idea di progresso, ma il passato, idealizzandolo. Scrive Baumann:“ „Tocca ora al futuro, deprecato perché inaffidabile e ingestibile, finire alla gogna ed essere contabilizzato come voce passiva, mentre il passato viene spostato tra i crediti e rivalutato, a torto o a ragione, come spazio in cui la scelta è libera e le speranze non sono ancora screditate“ „Zygmunt Bauman, Retrotopia, Laterza, Roma 2017.
L’epidemia del coronavirus e l’associata «infodemia» ci appaiono dunque come la conferma che il futuro, il cui fascino era già in crisi, è inaffidabile e ingestibile.
La pandemia inoltre aggrava, come già molti studi dimostrano, il malessere di persone già sofferenti di disturbi psichici.

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