“Telemedicina e Medicina Narrativa” al Congresso Nazionale SIT

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La Telemedicina è medicina: deve prevenire e curare le malattie utilizzando al meglio tutte le moderne risorse tecnologiche, incontrando i bisogni di salute – in tutte le sue forme – espressi dalle persone e dalle società. E deve per questo allearsi, in una sinergia esponenziale, con tutte le professionalità coinvolte.

In quest’ottica di interazione sinergica ad ampio raggio, si sviluppa il programma del Congresso Nazionale della Società Italiana di Telemedicina, che vedrà – tra gli altri – l’intervento di Cristina Cenci, antropologa e fondatrice di DNM (Digital Narrative Medicine), dedicato a “Telemedicina e Medicina Narrativa”, nella sezione dal titolo “La protezione del dato in un sistema telemedico”, moderata da F. Cardin (Sala Verde, venerdì 22 ottobre ore 17:00).

Il Congresso SIT riunisce quest’anno le varie componenti attive del settore: l’impresa, il mondo della ricerca e dell’innovazione tecnologica, il management sanitario, le componenti sociali, per fornire strumenti e soluzioni e orientarle, alla luce della scienza e al servizio “del malato, del personale sanitario, dei cittadini e dei governi” (dichiarazione dei Ministri della EU del Maggio 2003).

Saranno presenti tutti nuovi settori che si affacciano allo scenario della medicina, tra cui l’impiego delle intelligenze artificiali, la tele-assistenza a persone con fragilità fisiche e psichiche, i device e gli strumenti diagnostici e terapeutici, la gestione dei network e delle banche dati, il computing applicato alla medicina predittiva individuale e/o alla nuova epidemiologia.

Le nuove proposte di ricerca, clinica e tecnologica, insieme alle case history di maggior successo di coloro che già in questi anni hanno fatto da trend leader del settore, insieme alle start up più avanzate, costituiscono il naturale completamento di questo Congresso Nazionale, che punta a costituire un vero e proprio modello di riferimento basato sul dialogo culturale, sulla coproduzione e sulla interoperatività tra i professionisti e nella società.

info: CONGRESSO NAZIONALE SIT
LA TELEMEDICINA: PRESENTE E FUTURO
Web Conference, 22-23 ottobre 2021

R-Esistere Dialoghi in Medicina Narrativa: appuntamento il 21 ottobre

simenCurare le relazioni in Telemedicina è l’argomento del prossimo appuntamento con R-Esistere, progetto formativo della salute per professionisti ideato da Simen, che avrà come relatrice Cristina Cenci, antropologa e fondatrice di DNM – Digital Narrative Medicine. Il progetto nasce dall’esigenza di preparare operatori in grado di gestire la relazione a distanza utilizzando piattaforme digitali, mantenendo le competenze comunicative, empatiche, relazionali.

L’essere umano ha la predisposizione naturale ad organizzare le proprie esperienze in forma narrativa e quindi a costruire il proprio sé e la propria identità attraverso le storie. Attraverso la narrazione, noi conosciamo, comprendiamo, interpretiamo noi stessi, gli altri, il mondo e la vita. Essa è una strategia adattativa che permette di dare forma all’esperienza umana. Il racconto diventa una mappa con punti di riferimento per orientarsi negli eventi della propria storia. Tutto ciò assume un significato ancora più forte nei luoghi di cura, a cui approdano persone che in ragione di problemi legati a malattia, disabilità, trauma, vanno incontro ad una rottura biografica.

Evento ECM – online
L’evento è indirizzato a tutte le professioni sociosanitarie ed educative
La partecipazione garantisce 18 crediti ECM

Info e iscrizioni: “R-Esistere: dialoghi in Medicina Narrativa

Prossimo appuntamento:

  • 21 ottobre dalle ore 16:30 alle ore 18:30
    Modulo 6: Curare la relazioni in Telemedicina
    Relatrice: Cristina Cenci – antropologa, Founder DNM-Digital Narrative Medicine

Racconta la tua cicatrice, la sfida dei ragazzi malati: l’arte per ripartire

Giuditta Gilli Ravalli ha trasformato in opere i bozzetti dei ragazzi B. Liver, affetti da patologie gravi e croniche, che hanno coinvolto persone, aziende e Fondazioni. L’esposizione alla Triennale

arteLe cuffie nelle orecchie. La musica che va. La voce che ti guida: «Chiudi gli occhi: qual è la tua cicatrice?». Spiazzante, la domanda. Poi la voce si esaurisce e inizia il tempo per pensare. Riflettere innanzitutto su cos’è una cicatrice. Davanti, un foglio con le sagome disegnate delle statue del David di Michelangelo e della Venere di Milo. Sagome da colorare con matite, pennarelli, gessetti e su cui rappresentare la propria cicatrice. Si scopre così che le nostre fragilità possono diventare anche qualcosa di positivo. A un più o meno simile esercizio, non privo di emozioni, sono stati chiamati alcuni gruppi di dipendenti, dai cassieri ai manager, di tre aziende (Barilla, Esselunga e Janssen), e di persone di Fondazione di Comunità Milano e Fondazione Malattie del sangue onlus. E anche di B. Liver (essere, credere, vivere), ragazzi affetti da patologie gravi e croniche, che nella fondazione Il Bullone (cui ha dato vita Bill Niada con la moglie Emilia dopo aver perso a causa di una malattia la figlia Clementina) trovano la via, attraverso progetti e collaborazioni professionalizzanti, per guardare al futuro, svagarsi rispetto al percorso di cura e come supporto nel periodo di uscita dalla malattia.

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