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Cos’è e come si conquista “una diversa fiducia”? Intervista a Sandro Spinsanti

diversa-fiducia600x560Accademico, laureato in teologia e psicologia, il Professor Sandro Spinsanti ha insegnato etica medica presso la facoltà di medicina dell’Università Cattolica di Roma e bioetica all’Università di Firenze. Fondatore e direttore dell’“Istituto Giano per le Medical Humanities”, è stato componente del Comitato Nazionale per la Bioetica e presidente di numerosi comitati etici per la ricerca.

LA FIDUCIA

Fiducia, nel 2022, sembra una parola antica, un sentimento puro riservato all’infanzia, un’elargizione che è sempre meglio negare, o concedere con parsimonia. Diviene sinonimo di ingenuità, contrario di scaltrezza, identifica ciò che provoca irresponsabilmente danno. Come se avere fiducia equivalesse automaticamente a farsi fregare.

È un’impressione diffusa, che riguarda ogni ambito della società, e che la pandemia ha contribuito ad accrescere, con le polemiche e le fake-news sui vaccini, inasprendo il rapporto già compromesso tra cittadini e servizio sanitario.

Il Prof. Sandro Spinsanti osserva e racconta, trovando nelle parole una possibile soluzione. Non più semplice e incondizionata fiducia, dunque, ma “Una diversa fiducia”, che riporti il sapere scientifico nella sua posizione di indispensabile base per una buona medicina.

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La comunicazione condiziona l’esito della terapia: una nuova ricerca dimostra la relazione anche in termini neurobiologici

treatment-4099432_1920La comunicazione condiziona l’esito della terapia: una nuova ricerca dimostra la relazione anche in termini neurobiologici

“Ne uccide più la lingua che la spada” recita un antico proverbio, che oggi trova un fondamento scientifico reale laddove si sostituisca la spada con la malattia, e la lingua con la comunicazione tra il medico e il paziente.

Una innovativa ricerca sperimentale (F.I.O.R.E. 2 – Functional Imaging of Reinforcement Effects) ha infatti osservato gli effetti cerebrali di una comunicazione negativa, attraverso indagini di visualizzazione realizzate con una risonanza magnetica funzionale. Alla sperimentazione si sono sottoposti trenta volontari sani di entrambi i sessi, di età compresa fra i 19 e i 33 anni, su cui sono stati applicati anche test di valutazione della personalità e dell’affettività.

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Sabatino D’Archi: “Per superare un tumore al seno è necessario curare anche le paure della paziente”

foto-dott-sabatino-darchiSabatino D’Archi ha ricevuto il Premio Umberto Veronesi per l’umanizzazione della medicina. “Il Covid ha messo a dura prova anche il rapporto medico paziente. Prima l’approccio era più sulla malattia, Umberto Veronesi ha messo al centro dell’attenzione la persona malata. Per curare qualcuno bisogna sapere chi è, che cosa pensa, quali sono i suoi progetti, di cosa gioisce, quali sono le ansie, le sue paure”. ”

Chi in tutti questi anni ha dovuto confrontarsi con la malattia tumorale, ha visto a causa del Covid complicarsi ancora di più un percorso di cure che già di per sé è molto articolato e doloroso per i pazienti. Le limitazioni imposte dalla pandemia non hanno agevolato gli spostamenti dei pazienti tra le varie regioni, ma anche il distanziamento, la paura della vicinanza fisica e le mascherine a coprire i volti durante una visita ambulatoriale hanno fatto la loro parte.

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Le buone pratiche della Medicina Narrativa

I pazienti chiamati con i nomi dei loro organi malati, la scarsa capacità di ascoltare, il poco tempo dedicato alla visita medica: questi ed altri i segnali che sottolineano le mancanze della moderna medicina, troppo veloce, troppo poco attenta ai bisogni e alle esigenze del paziente, che invece chiede di essere ascoltato, compreso e seguito durante il suo intero percorso con la patologia. Continua a leggere