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Medicina narrativa, a Perugia convegno con oltre 300 sanitari: «Approccio dagli effetti benefici»

simenIl confronto nella sede del Dipartimento di Medicina: «Anche in Umbria c’è stato un fiorente sviluppo dell’approccio narrativo»

Si è svolto a Perugia, alla presenza di oltre 300 tra medici, operatori sanitari, socio-sanitari e educativi, provenienti da tutta l’Umbria e di numerosi studenti universitari dei corsi di laurea sanitari, il convegno regionale «La medicina narrativa nella pratica clinica: esperienze umbre a confronto» . Erano presenti il direttore del dipartimento di Medicina dell’Università di Perugia Nicola Talesa, il direttore della sanità regionale Massimo Braganti e il direttore generale facente funzione dell’azienda ospedaliera di Perugia Giuseppe De Filippis. La medicina narrativa (Narrative based medicine) – spiegano i promotori in una nota – ha visto il suo esordio dagli anni ’90 a opera della fondatrice Rita Charon, medico internista e docente di Clinica medica alla Columbia University di New York.

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L’uso della narrazione (digitale) nella pratica clinica

di Alessandro Franceschini *

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Spesso quando si parla di Medicina Narrativa, ho l’impressione che non si capisca bene a cosa ci si voglia riferire. Gli usi della narrazione in medicina, sono infatti molteplici e, nonostante le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità abbiano cercato di disambiguare il termine, si riscontra ancora una certa difficoltà nel far convergere diverse scuole di pensiero.

Io ritengo che, in riferimento specifico alla pratica clinica, la narrazione dovrebbe rappresentare un elemento in più attraverso il quale i curanti accedono a notizie sulla storia del paziente, che permettono loro di qualificare ulteriormente la relazione di cura e, soprattutto, di effettuare diagnosi più veloci e precise e di personalizzare l’intervento terapeutico facendolo risultare più appropriato ed efficacie. Continua a leggere