PERLA, il primo progetto che certifica la cura a misura di persona
È stato presentato a Roma il progetto PERLA, la prima certificazione della cura a misura di persona. L’obiettivo è mettere al centro la relazione e i bisogni, misurando l’efficacia clinica delle prestazioni sanitarie ma anche il grado di personalizzazione psico-sociale della cura.
È stato presentato ieri a Roma il progetto PERLA, la prima certificazione della cura a misura di persona. L’obiettivo è mettere al centro la relazione e i bisogni, misurando l’efficacia clinica delle prestazioni sanitarie ma anche il grado di personalizzazione psico-sociale della cura, grazie a un approccio narrativo. L’iniziativa è firmata da EDRA S.p.a. e DNM-Digital Narrative Medicine, con il supporto della sociologa e presidente di SIMeN, la dott.ssa Stefania Polvani, e un board scientifico presieduto dal dott. Antonio Gaudioso, membro del cda di Edra.
Attraverso un questionario, distribuito nei reparti aderenti all’iniziativa, le persone che hanno avuto accesso alle prestazioni sanitarie, potranno valutare il grado di personalizzazione del proprio percorso. Alla presentazione del 10 aprile, hanno preso parte decisori istituzionali, medici, infermieri e associazioni di pazienti.
Stefania Polvani, sociologa e Presidente della Società italiana di medicina Narrativa – SIMeN, tra le massime esperte di medicina narrativa in Italia, ha sottolineato il ruolo di questo strumento nel promuovere una cura centrata sulla persona. La medicina narrativa consente – ha spiegato – una comunicazione efficace e una relazione di fiducia tra pazienti e operatori sanitari, migliorando l’efficienza delle cure. “Nei tempi recenti abbiamo visto che dà vantaggi e risultati anche per le istituzioni e per le organizzazioni”. Nel percorso di cura, infatti, può fare la differenza “attivare uno strumento semplice e a portata di mano come, per esempio, l’ascolto attivo e consapevole. In questo modo si può creare una medicina basata sulle storie, affinché ogni persona diventi protagonista della propria salute”.
Annalisa Scopinaro, Presidente UNIAMO, ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento delle associazioni di pazienti. “Progetto PERLA è estremamente innovativo, perché si va verso un’umanizzazione delle cure e rispetto della quale siamo fautori, al fine di migliorare la qualità di vita dei pazienti e l’impatto sul sistema sanitario”.
Antonio Gaudioso, Consigliere d’Amministrazione di Edra, ha evidenziato il valore aggiunto di PERLA nel “promuovere un’alleanza tra soggetti della comunità civica, della comunità scientifica, della comunità istituzionale”. “Il progetto – ha spiegato – si propone di garantire le migliori cure possibili. Quello di rispondere ai bisogni delle persone e anche al bisogno di garantire le migliori cure dei professionisti e delle professioniste del Servizio sanitario nazionale, è la migliore interpretazione dell’interesse generale applicato alla salute del nostro Paese. Penso che sia uno dei modi migliori per far funzionare al meglio il Servizio Sanitario Nazionale, secondo quella che è la missione di chi nel 1978 ha deciso di fondarlo”.
Cristina Cenci, AD di DNM, ha invitato le strutture sanitarie a valutare la loro effettiva aderenza ai principi della cura a misura di persona. “Il tema non è mettere al centro il paziente – ha spiegato – ma la relazione di cura. Grazie alla medicina di precisione e alla medicina personalizzata, ci siamo abituati a parlare di ‘persona’ che oltre al punto di vista clinico, riguarda anche i suoi bisogni esistenziali, la qualità di vita, le sue esperienze e conoscenze. Con Perla vogliamo valorizzare la medicina narrativa come metodologia per condividere la propria esperienza di cura. Lo faremo con un’indagine a ottobre nei reparti che decideranno di aderire. Un questionario verrà diffuso alle persone che hanno avuto accesso al reparto nel mese di ottobre e saranno direttamente loro a valutare quanto la cure a cui hanno avuto accesso hanno consentito una personalizzazione bio-psicosociale del loro percorso. Il questionario è in fase di test insieme a un board di associazioni di pazienti. Contiamo di sviluppare e valorizzare la nuova medicina che non sarà solo una medicina digitale, ma personalizzata”.
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