La medicina narrativa digitale: scenari, metodologie e applicazioni

Medical,Technology,On,2021,Target,Set,Goals,Achievement,New,YearLa medicina narrativa nell’era digitale

L’approccio narrativo in medicina si è sviluppato a partire dagli anni ’80 alla Harvard Medical School, con Arthur Kleinman e Byron J. Good. È stato poi sistematizzato come Narrative Medicine e Narrative Based Medicine (NBM)  da  Rita Charon, con l’avvio di un Master of Science in Narrative Medicine alla Columbia University e da Trisha Greenhalgh e Brian Hurwitz, con una serie di articoli pubblicati sul British Medical Journal.

Oggi assistiamo ad un proliferare di interesse e di esperienze di ricerca e cliniche, associati alla sfida della personalizzazione. Nel 2015 l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato le “Linee di Indirizzo per l’applicazione della medicina narrativa nella pratica clinica”, con l’obiettivo di fornire una definizione e degli strumenti condivisi.

Per ISS: «La narrazione è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura. Il fine è la costruzione condivisa di un percorso di cura personalizzato (storia di cura). La Medicina Narrativa (NBM) si integra con l’Evidence-Based Medicine (EBM) e, tenendo conto della pluralità delle prospettive, rende le decisioni clinico-assistenziali più complete, personalizzate, efficaci e appropriate.»

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MEDINAL: la Medicina Narrativa per la personalizzazione del percorso di pazienti con Alzheimer

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L’applicazione della Medicina Narrativa per la personalizzazione del percorso dei pazienti con Alzheimer è una delle proposte di Digital Narrative Medicine (DNM), che nel 2018 ha avviato il progetto MEDINAL in collaborazione con l’Ospedale Careggi di Firenze, ottenendo risultati positivi e un riscontro incoraggiante da parte dei caregivers.

Sono circa 1 milione, in Italia, le persone malate di demenza, di cui la maggior parte affette da Alzheimer. Questa malattia, complessa e multifattoriale (che di solito si sviluppa dopo i 65 anni) ha una forte componente genetica. Si ritiene che la maggior parte dei casi sia causata dall’interazione di diversi fattori di predisposizione genetica con fattori ambientali. Continua a leggere

Cos’è e come si conquista “una diversa fiducia”? Intervista a Sandro Spinsanti

diversa-fiducia600x560Accademico, laureato in teologia e psicologia, il Professor Sandro Spinsanti ha insegnato etica medica presso la facoltà di medicina dell’Università Cattolica di Roma e bioetica all’Università di Firenze. Fondatore e direttore dell’“Istituto Giano per le Medical Humanities”, è stato componente del Comitato Nazionale per la Bioetica e presidente di numerosi comitati etici per la ricerca.

LA FIDUCIA

Fiducia, nel 2022, sembra una parola antica, un sentimento puro riservato all’infanzia, un’elargizione che è sempre meglio negare, o concedere con parsimonia. Diviene sinonimo di ingenuità, contrario di scaltrezza, identifica ciò che provoca irresponsabilmente danno. Come se avere fiducia equivalesse automaticamente a farsi fregare.

È un’impressione diffusa, che riguarda ogni ambito della società, e che la pandemia ha contribuito ad accrescere, con le polemiche e le fake-news sui vaccini, inasprendo il rapporto già compromesso tra cittadini e servizio sanitario.

Il Prof. Sandro Spinsanti osserva e racconta, trovando nelle parole una possibile soluzione. Non più semplice e incondizionata fiducia, dunque, ma “Una diversa fiducia”, che riporti il sapere scientifico nella sua posizione di indispensabile base per una buona medicina.

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I diari delle rianimazioni. E una domanda impossibile: il Covid ha aperto un varco?

narrÈ in corso un mutamento culturale che richiederà tempo, ma che finirà per cambiare il paradigma della relazione, scrive Marina Sozzi, filosofa e studiosa di etica del fine vita, insistendo sul potere dell’intelligenza emotiva e del dialogo. Per curare sia i medici sia i pazienti

 «Buongiorno signor Giovanni, mi chiamo Sergio e sono l’infermiere che si occupa di lei questa mattina. Le scrivo questo diario perché le sue condizioni hanno spinto i medici a somministrare dei sedativi… In altre parole lei si trova in coma farmacologico e quando si sveglierà (speriamo fra pochi giorni) non avrà memoria di quanto le è accaduto e di come avrà vissuto queste giornate. Così ho deciso di scrivere questo diario in cui le racconto quanto accade». Questa storia ci strappa via dal terribile racconto delle prime ondate di pandemia, è una boccata d’aria pulita, di respiro facile malgrado il coronavirus, perché parla di cura, di una dimensione della cura attenta alla persona malata, sempre, anche durante una pandemia mondiale.

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Primo forum sulla medicina narrativa in Italia nella pratica clinica, nei percorsi accademici, nella ricerca

Onlinforume 28 settembre 2022​ – Ore 14-19​

La medicina narrativa nasce negli Stati Uniti ma è approdata in Italia intorno agli anni 2000, nel 2009 si è costituita la società scientifica SIMeN e nel 2014 sono state emanate, mediante una Consensus Conference, le linee guida nazionali dall’Istituto Superiore di Sanità.​

Molto è stato fatto negli anni – ma si può fare di più – SIMeN ha organizzato questo forum con l’obiettivo di sensibilizzare le Istituzioni, oltre al mondo clinico e delle Associazioni pazienti, a vedere la medicina narrativa come pratica quotidiana nel percorso di cura che migliora efficienza e l’efficacia.​
Non tutti sanno che la medicina narrativa NBM (narrative based medicine) può essere integrata con le più conosciute EBM (evidence based medicine). Un esempio per tutti è l’aderenza (esempio ai trattamenti), l’uso scientifico e validato della MN attraverso un percorso formativo ad hoc porta ad una aumentata compliance. SIMeN ha scelto come partner l’Università S. Anna per individuare un metodo formativo che sia valido ed efficace in tutte le realtà (secondo obiettivo). Il terzo è quello di lavorare con la sanità perché vengano prodotti dei PDTA di medicina narrativa.​

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Che cos’è la Digital Narrative Medicine? Intervista a Cristina Cenci

cristinacenci-370-370La digital narrative medicine è un percorso di telemonitoraggio narrativo basato sulle metodologie della medicina narrativa e finalizzato all’ascolto, alla comprensione e all’integrazione della narrazione del paziente e dei caregiver, per la personalizzazione del percorso di cura. Si affianca al telemonitoraggio dei parametri clinici e consente di rilevare l’impatto psico-sociale della malattia e delle terapie e di integrare il piano assistenziale con il progetto esistenziale del paziente.

Rispetto al digital storytelling, la digital narrative medicine è un percorso che si svolge nell’ambito di una relazione di cura e richiede sistemi informatico-telematici dedicati. Non possono essere utilizzate piattaforme generaliste di comunicazione o i social media, che non garantiscono un setting appropriato e una adeguata protezione dei dati sanitari.

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La comunicazione condiziona l’esito della terapia: una nuova ricerca dimostra la relazione anche in termini neurobiologici

treatment-4099432_1920La comunicazione condiziona l’esito della terapia: una nuova ricerca dimostra la relazione anche in termini neurobiologici

“Ne uccide più la lingua che la spada” recita un antico proverbio, che oggi trova un fondamento scientifico reale laddove si sostituisca la spada con la malattia, e la lingua con la comunicazione tra il medico e il paziente.

Una innovativa ricerca sperimentale (F.I.O.R.E. 2 – Functional Imaging of Reinforcement Effects) ha infatti osservato gli effetti cerebrali di una comunicazione negativa, attraverso indagini di visualizzazione realizzate con una risonanza magnetica funzionale. Alla sperimentazione si sono sottoposti trenta volontari sani di entrambi i sessi, di età compresa fra i 19 e i 33 anni, su cui sono stati applicati anche test di valutazione della personalità e dell’affettività.

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Televisita – Manuale di comunicazione e linee guida nazionali di telemedicina

temediPresentazione online il 24 giugno 2022 alle ore 17:00 del libro “Televisita – Manuale di comunicazione e linee guida nazionali di telemedicina”, organizzato da Aonia Edizioni con il patrocinio di Gruppo Italiano Felicità e Salute Positiva e Società Italiana di Medicina Narrativa.

Programma: Narrazione e comunicazione​ (Stefania Polvani​), Un modello per comunicare​ (Carlo Mazzatenta), Insegnare a comunicare​ (Sergio Ardis). Interverranno​ Dario Nieri, Margherita Biagini, Guido Miccinesi, Monica Torre.​

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Corpi narranti: dialogo con Arthur Frank

corpi narrantiLunedì 6 giugno, a partire dalle 17.00, appuntamento con “Corpi narranti: dialogo con Arthur Frank”, seminario di medicina narrativa con l’autore de “Il Narratore ferito“.  Modera l’incontro Christian Delorenzo, che ha curato l’edizione italiana recentemente pubblicata da Einaudi. Seguirà una tavola rotonda con Enrico Pozzi (Il corpo astratto del narratore ferito) , Rossella Ghighi (La narratrice ferita? Quando a parlare è l’Altro)  e Giovanni Pizza (I corpi e l’antropologia medica).

L’evento online, gratuito e aperto al pubblico è organizzato da AIS – Sociologia della salute e della medicina – e da SIMeN Società Italiana di Medicina Narrativa.

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Medicina narrativa, a Perugia convegno con oltre 300 sanitari: «Approccio dagli effetti benefici»

simenIl confronto nella sede del Dipartimento di Medicina: «Anche in Umbria c’è stato un fiorente sviluppo dell’approccio narrativo»

Si è svolto a Perugia, alla presenza di oltre 300 tra medici, operatori sanitari, socio-sanitari e educativi, provenienti da tutta l’Umbria e di numerosi studenti universitari dei corsi di laurea sanitari, il convegno regionale «La medicina narrativa nella pratica clinica: esperienze umbre a confronto» . Erano presenti il direttore del dipartimento di Medicina dell’Università di Perugia Nicola Talesa, il direttore della sanità regionale Massimo Braganti e il direttore generale facente funzione dell’azienda ospedaliera di Perugia Giuseppe De Filippis. La medicina narrativa (Narrative based medicine) – spiegano i promotori in una nota – ha visto il suo esordio dagli anni ’90 a opera della fondatrice Rita Charon, medico internista e docente di Clinica medica alla Columbia University di New York.

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