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La Postura Narrativa: i modi di essere della cura. La Medicina Narrativa a Pordenonelegge 2024

2024 pnleggeIl 19 settembre alle 19:00 Incontro con Paolo Trenta. Presenta Nicoletta Suter

Una medicina solo scientifica e tecnica non è in grado di cogliere la sofferenza del paziente né di aiutarlo nella ricerca di un senso a ciò che gli sta accadendo. È necessario formare gli operatori ad una “postura narrativa” fatta di attenzione, ascolto, sguardo, empatia, emotività, che permetta al curante di accogliere e comprendere la sofferenza dal punto di vista di chi la sperimenta, nel rispetto dell’unicità della persona.

In collaborazione con la Struttura della Formazione dell’Azienda Sanitaria Friuli Occidentale di Pordenone

Teatro Verdi, via Roma 3 – Pordenone

La Medicina Narrativa come risorsa nella cura

2023 (1)L’importanza di una narrazione giusta e appropriata all’interno dei presidi di cura è un elemento fondamentale da tenere presente in una nuova organizzazione sanitaria. Lo ha sottolineato la Dott.ssa Cristina Cenci, antropologa e fondatrice di DNM – Digital Narrative Medicine, nel corso del Seminario “La Medicina Narrativa come risorsa nella cura: engagement delle associazioni dei pazienti e innovazione digitale” tenuto presso il Campus Universitario AOU Sant’Andrea di Roma nel Corso di Medicina Narrativa del Prof. Marco Testa.

Dopo la proiezione del docufilm “Rukije, un raggio di sole”, Cenci ha analizzato l’importanza della giusta narrazione e di un’appropriata comunicazione all’interno dei luoghi di cura. Continua a leggere

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Etica in oncologia, arriva la Carta di Ragusa in tutti i reparti

Condivisione delle scelte terapeutiche, empatia nella relazione medico-paziente, equità di accesso alle cure innovative e valorizzazione della ricerca clinica. Sono questi i quattro principi su cui si basa la Carta di Ragusa sull’Etica in Oncologia, la prima mai realizzata in Italia dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica al termine delle “Giornate dell’Etica”, promosse recentemente in Sicilia. Per due giorni sull’Isola un gruppo multidisciplinare ha discusso e individuato 16 punti per migliorare l’integrazione dell’etica nell’organizzazione del sistema sanitario che nei comportamenti dei singoli professionisti. «È nostro preciso dovere occuparci di questi aspetti – afferma il prof. Carmine Pinto presidente nazionale AIOM -. Siamo molti orgogliosi di questo documento che vuole diventare anche una sorta di Carta dei Doveri per tutti gli specialisti coinvolti nella cura del cancro. In particolare, ci siamo soffermati sul delicato rapporto tra medici, pazienti e i loro familiari”. Ecco perché, si legge nel primo punto, “l’oncologo deve sempre più tenere in considerazione le esigenze della persona assistita e dei familiari. Senza dimenticare di prestare molta attenzione alle possibili differenze culturali, dato che curiamo anche molte persone di origine straniera. Sono da evitare – ed è un altro punto del Documento -, da parte di tutto il personale sanitario, atteggiamenti ostili verso la sofferenza del malato e dei caregivers. E’ fondamentale stabilire invece una proficua alleanza emotiva con loro». continua a leggere

Articolo de Il Sole 24 Ore – Sanità

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Empathy Is Actually a Choice

One death is a tragedy. One million is a statistic.

You’ve probably heard this saying before. It is thought to capture an unfortunate truth about empathy: While a single crying child or injured puppy tugs at our heartstrings, large numbers of suffering people, as in epidemics, earthquakes and genocides, do not inspire a comparable reaction.

Studies have repeatedly confirmed this. It’s a troubling finding because, as recent research has demonstrated, many of us believe that if more lives are at stake, we will — and should — feel more empathy (i.e., vicariously share others’ experiences) and do more to help.

Not only does empathy seem to fail when it is needed most, but it also appears to play favorites. Recentstudies have shown that our empathy is dampened or constrained when it comes to people of different races, nationalities or creeds. These results suggest that empathy is a limited resource, like a fossil fuel, which we cannot extend indefinitely or to everyone. continua a leggere

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