La farmacia narrativa si tinge di “genere”
La Medicina, fin dalle sue origini, ha avuto un’impostazione androcentrica, relegando gli interessi per la salute femminile ai soli aspetti correlati alla riproduzione. Il concetto di Medicina di Genere (MdG) nasce dall’idea che le differenze tra uomini e donne in termini di salute siano legate non solo alla loro caratterizzazione biologica e alla funzione riproduttiva, ma anche a fattori ambientali, sociali, culturali e relazionali definiti dal termine “genere”.
Secondo una visione globale del concetto di salute, l’erogazione di cure appropriate presuppone la “centralità del paziente” e la “personalizzazione delle terapie” considerando, nella valutazione delle patologie e nella loro gestione, oltre al sesso biologico anche parametri quali identità di genere, età, etnia, livello culturale, confessione religiosa, orientamento sessuale, condizioni sociali ed economiche, dimensioni che possono essere valutate attraverso l’uso della narrazione.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la MdG lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. In ottemperanza al Piano per l’applicazione e la diffusione della MdG, in attuazione della legge 3/2018 del Ministero della Salute, la Farmacia Narrativa si tinge di “genere”e si confronta sulle tematiche della clinica, ricerca e formazione gender-sensitive.