Iconografia della Salute: il Festival delle Medical Humanities 2023

iconografiaTorna i prossimi 26 e 27 ottobre Iconografia della Salute, il festival delle Medical Humanities ideato nel 2020 dal Centro Studi Medical Humanities di Alessandria per valorizzare questo approccio, che riunisce le tante discipline coinvolte che influiscono sul percorso di cura del paziente. Un luogo privilegiato per discutere come le Medical Humanities consentano la piena realizzazione della visione olistica già introdotta e praticata da Ippocrate oltre duemila anni fa.
Il tema scelto con il Centro Nazionale delle Malattie Rare e SIMeN Società Italiana di Medicina Narrativa per questa terza edizione è ETICA e TEMPO.


Il tempo è stato affrontato da numerosi movimenti filosofici e scientifici nei secoli, a partire dalla mitologia, in cui Crono era il padre di tutte le cose, e più in generale nell’antichità quando già rappresentava lo scorrere inesorabile dei giorni e la caducità dell’esistenza umana: “Sed fugit interea fugit irreparabile tempus” (Georgiche, III, 284). Che fosse legato al movimento del Sole e dei cieli (Aristotele), al concetto di spazio (Newton) o all’estensione dell’anima (Sant’Agostino), che fosse eterno, ciclico (Pitagora), lineare, misurabile (Galileo) o illusorio (Parmenide), ha quindi sempre rappresentato un punto centrale nella vita dell’uomo.

Il tempo assume un ruolo ancora più determinante nell’esistenza delle persone quando si parla di salute: è il tempo che resta da vivere quando viene diagnosticata una patologia degenerativa, cronica, rara, o il tempo che si rinnova quando si guarisce, è il tempo che fa la differenza tra la vita e la morte quando si interviene su patologie tempo-dipendenti, è il tempo della decisione condivisa e informata, è il tempo che si investe nello svolgere le proprie attività, ma anche nel confrontarsi e nel supportare le persone che quel tempo lo condividono insieme a te, siano esse colleghi, pazienti o caregivers.

Da qui, la connessione strettissima con l’etica, una presenza obbligata sullo scenario della cura, che parte dall’ascolto, in una logica “tridimensionale” che chiede di considerare il bene della persona che vive con una malattia, il rispetto della sua autonomia e la capacità della comunità di predisporre equamente risposte di salute.

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