Errori medici, la prevenzione è una anamnesi narrativa

I medici possono commettere errori clinici. Silvana Quadrino nel suo articolo analizza il tema presentando la medicina narrativa come possibile mezzo attraverso il quale prevenire l’errore, agendo sulla qualità della relazione di cura e perché spesso è il non detto a lasciare spazio all’errore.

Articolo di Silvana Quadrino su Omni Web

Una ricerca pubblicata recentemente da Jama analizza la possibile correlazione fra i sintomi di depressione dei medici e gli errori clinici da loro commessi. Benché questa correlazione non sia condivisa in modo unanime, la ricerca apre temi importanti: è possibile evitare l’errore medico? È possibile evitare che quello che viene considerato “errore” abbia ripercussioni, oltre che sulla salute e la vita del paziente, anche sul benessere emotivo futuro suo e dei suoi famigliari, e sul benessere emotivo del medico? Su questo ultimo punto la ricerca sembra indicare che il medico che presenta sintomi depressivi dopo aver commesso un errore è più esposto al rischio di commettere errori futuri. Da qui la necessità di individuare interventi in grado di prevenire l’insorgere dei sintomi depressivi nel medico, in modo da ridurre il rischio di errori futuri, e migliorare sia il benessere del medico sia la qualità delle cure da lui prestate. La percezione di qualità delle cure è infatti strettamente legata alle decisioni che accompagnano il percorso diagnostico-terapeutico: le frasi del quotidiano “il dottore mi ha sbagliato la cura”, “non lo hanno operato al momento giusto”, “hanno detto che non era niente e non lo hanno portato al pronto soccorso” ecc. indicano che le scelte e le decisioni dei medici sono percepite come decisive per l’esito positivo della cura.

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