Ravenna città polo della Medicina Narrativa. La candidatura parte da un convegno e da un tavolo interistituzionale

La Mediclamore-che-moveina Narrativa nasce come approccio terapeutico che coadiuva la medicina tradizionale. Nucleo fondante di questa teoria è che non basti l’aspetto puramente diagnostico e curativo ma che il paziente necessiti di un metodo che abbia come base l’ascolto, l’accoglienza umanistica, l’alleanza con i medici che lo hanno in cura al fine di poter curare ogni aspetto della sfera emotiva del paziente e non solo la malattia. Introdotta in tempi recenti e sviluppatasi a partire dal mondo anglosassone (dove attualmente rappresenta una tendenza di pensiero in grande espansione) la Medicina Narrativa sta suscitando grande interesse anche in Italia. A Ravenna è stato creato un tavolo interistituzionale e domani, sabato 13 novembre, si terrà un convegno per avviare un percorso verso la candidatura di città polo della Medicina Narrativa.

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“Telemedicina e Medicina Narrativa” al Congresso Nazionale SIT

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La Telemedicina è medicina: deve prevenire e curare le malattie utilizzando al meglio tutte le moderne risorse tecnologiche, incontrando i bisogni di salute – in tutte le sue forme – espressi dalle persone e dalle società. E deve per questo allearsi, in una sinergia esponenziale, con tutte le professionalità coinvolte.

In quest’ottica di interazione sinergica ad ampio raggio, si sviluppa il programma del Congresso Nazionale della Società Italiana di Telemedicina, che vedrà – tra gli altri – l’intervento di Cristina Cenci, antropologa e fondatrice di DNM (Digital Narrative Medicine), dedicato a “Telemedicina e Medicina Narrativa”, nella sezione dal titolo “La protezione del dato in un sistema telemedico”, moderata da F. Cardin (Sala Verde, venerdì 22 ottobre ore 17:00).

Il Congresso SIT riunisce quest’anno le varie componenti attive del settore: l’impresa, il mondo della ricerca e dell’innovazione tecnologica, il management sanitario, le componenti sociali, per fornire strumenti e soluzioni e orientarle, alla luce della scienza e al servizio “del malato, del personale sanitario, dei cittadini e dei governi” (dichiarazione dei Ministri della EU del Maggio 2003).

Saranno presenti tutti nuovi settori che si affacciano allo scenario della medicina, tra cui l’impiego delle intelligenze artificiali, la tele-assistenza a persone con fragilità fisiche e psichiche, i device e gli strumenti diagnostici e terapeutici, la gestione dei network e delle banche dati, il computing applicato alla medicina predittiva individuale e/o alla nuova epidemiologia.

Le nuove proposte di ricerca, clinica e tecnologica, insieme alle case history di maggior successo di coloro che già in questi anni hanno fatto da trend leader del settore, insieme alle start up più avanzate, costituiscono il naturale completamento di questo Congresso Nazionale, che punta a costituire un vero e proprio modello di riferimento basato sul dialogo culturale, sulla coproduzione e sulla interoperatività tra i professionisti e nella società.

info: CONGRESSO NAZIONALE SIT
LA TELEMEDICINA: PRESENTE E FUTURO
Web Conference, 22-23 ottobre 2021

R-Esistere Dialoghi in Medicina Narrativa: appuntamento il 21 ottobre

simenCurare le relazioni in Telemedicina è l’argomento del prossimo appuntamento con R-Esistere, progetto formativo della salute per professionisti ideato da Simen, che avrà come relatrice Cristina Cenci, antropologa e fondatrice di DNM – Digital Narrative Medicine. Il progetto nasce dall’esigenza di preparare operatori in grado di gestire la relazione a distanza utilizzando piattaforme digitali, mantenendo le competenze comunicative, empatiche, relazionali.

L’essere umano ha la predisposizione naturale ad organizzare le proprie esperienze in forma narrativa e quindi a costruire il proprio sé e la propria identità attraverso le storie. Attraverso la narrazione, noi conosciamo, comprendiamo, interpretiamo noi stessi, gli altri, il mondo e la vita. Essa è una strategia adattativa che permette di dare forma all’esperienza umana. Il racconto diventa una mappa con punti di riferimento per orientarsi negli eventi della propria storia. Tutto ciò assume un significato ancora più forte nei luoghi di cura, a cui approdano persone che in ragione di problemi legati a malattia, disabilità, trauma, vanno incontro ad una rottura biografica.

Evento ECM – online
L’evento è indirizzato a tutte le professioni sociosanitarie ed educative
La partecipazione garantisce 18 crediti ECM

Info e iscrizioni: “R-Esistere: dialoghi in Medicina Narrativa

Prossimo appuntamento:

  • 21 ottobre dalle ore 16:30 alle ore 18:30
    Modulo 6: Curare la relazioni in Telemedicina
    Relatrice: Cristina Cenci – antropologa, Founder DNM-Digital Narrative Medicine

Racconta la tua cicatrice, la sfida dei ragazzi malati: l’arte per ripartire

Giuditta Gilli Ravalli ha trasformato in opere i bozzetti dei ragazzi B. Liver, affetti da patologie gravi e croniche, che hanno coinvolto persone, aziende e Fondazioni. L’esposizione alla Triennale

arteLe cuffie nelle orecchie. La musica che va. La voce che ti guida: «Chiudi gli occhi: qual è la tua cicatrice?». Spiazzante, la domanda. Poi la voce si esaurisce e inizia il tempo per pensare. Riflettere innanzitutto su cos’è una cicatrice. Davanti, un foglio con le sagome disegnate delle statue del David di Michelangelo e della Venere di Milo. Sagome da colorare con matite, pennarelli, gessetti e su cui rappresentare la propria cicatrice. Si scopre così che le nostre fragilità possono diventare anche qualcosa di positivo. A un più o meno simile esercizio, non privo di emozioni, sono stati chiamati alcuni gruppi di dipendenti, dai cassieri ai manager, di tre aziende (Barilla, Esselunga e Janssen), e di persone di Fondazione di Comunità Milano e Fondazione Malattie del sangue onlus. E anche di B. Liver (essere, credere, vivere), ragazzi affetti da patologie gravi e croniche, che nella fondazione Il Bullone (cui ha dato vita Bill Niada con la moglie Emilia dopo aver perso a causa di una malattia la figlia Clementina) trovano la via, attraverso progetti e collaborazioni professionalizzanti, per guardare al futuro, svagarsi rispetto al percorso di cura e come supporto nel periodo di uscita dalla malattia.

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Coinvolgere il paziente nella ricerca: un nuovo corso destinato a operatori e volontari

Un approccio centrato sul paziente, sia per quanto riguarda l’assistenza clinica sia il miglioramento del servizio, lo sviluppo strategico e il processo decisionale: è questo l’obiettivo di un progetto formativo organizzato dal Centro Studi Medical Humanities dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria. Il corso, finalizzato a sensibilizzare gli operatori e a coinvolgere i pazienti, ha preso il via in modalità online lo scorso 14 settembre e si articola in 4 incontri, con la partecipazione di ospiti e appuntamenti di laboratorio pratico.

Condotto da Luca de Fiore, Direttore del Pensiero Scientifico ed esperto sulla tematica, insieme al prof. Eugenio Tozzi dell’Ospedale Pediatrmed narico Bambin Gesù di Roma, vedrà la partecipazione di diverse figure specialistiche, come Patrizia Santinon, Dirigente Medico di Psichiatria, e Marta Betti, Responsabile Clinical Trial Center.

Questo percorso formativo si inserisce a pieno titolo nel percorso verso l’IRCCS che sta realizzando il Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione, diretto da Antonio Maconi, all’interno delle azioni di umanizzazione previste dal Centro Studi per le Medical Humanities. 

L’Azienda Ospedaliera di Alessandria è già impegnata nel coinvolgimento attivo dei pazienti nel percorso di cura, ad esempio attraverso il Concorso di Medicina Narrativa e la piattaforma di Digital Narrative Medicine, intende cogliere l’occasione per incentivare sempre di più il patient engagement anche nell’ambito della ricerca che, insieme alla pratica clinica, costituisce la mission dell’ospedale. Continua a leggere

“Non di Solo Covid…”. Curare, umanizzare, narrare….Dall’esperienza della medicina narrativa, ai progetti di telemedicina- 10 settembre Lerici

Appuntamento venerdì 10 settembre dalle ore 16 alle 20 nella Sala del Castello di Lerici (Sp) per l’incontro pubblico “Non di Solo Covid… – “Non di Solo Covid… – Dall’esperienza della medicina narrativa, ai progetti di telemedicina. Quale futuro per le cure oncologiche”

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Ad aprire l’incontro, una emozionante introduzione filmata, con la lettura dei racconti di pazienti, familiari e operatori sanitari che hanno aderito al progetto IFO Raccontami di te“, che ha l’obiettivo di far conoscere un nuovo approccio clinico assistenziale basato sul “raccontare di sé” per comprendere ed essere compresi, per superare gli schemi e le barriere che limitano la comunicazione, per migliorare la relazione di cura.

I racconti verranno letti dagli attori Alinghieri, R. Bocchi, C. De Carolis, R. Di Maio, J. Rosa, A. Teodori, D. Vergassola. Realizzazione tecnica M. Bertocchi, E. Giorgi. Musiche: M. Cremolini.

L’iniziativa “Non di solo Covid”, che mette al centro il tema delle cure oncologiche, è organizzata da Cittadinanzattiva Liguria Odv e Comune di Lerici in collaborazione con Irccs Istittuti fisioterapici ospitalieri, Istituto Regina Elena-Istituto San Gallicano, Asl5.

Interverranno, con moderatore il giornalista Fausto Rossi, la dott.ssa Maria Cecilia Cercato, la dott.ssa Francesca Servoli, la dott.ssa Virginia Scarinci, il dott. Franco Vaira, Lorenza Zanoni (Associazione pazienti Sos Oncologia Sarzana), il prof. Paolo Pronzato, la dott.ssa Stefania Sannazzaro, il dott. Carlo Aschele.

L’evento potrà anche essere seguito in diretta streaming digitando su Youtube ‘Lerici 10 settembre’.

Vedi il Programma 10 settembre 2021

IBSA Foundation per la ricerca scientifica è il primo Mission Partner del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano

L’emergenza sanitaria Covid-19 e la conseguente chiusura forzata del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano hanno portato a ripensare alcune strategie di fundraising, soprattutto nella prospettiva di diversificare le fonti di finanziamento.

museo milano

Nel 2021 è nato così il nuovo programma di Mission Partnership, a cui imprese e fondazioni sono invitate a partecipare, che contribuirà ad assicurare al Museo le risorse per proseguire nell’attuazione del proprio programma culturale ed educativo annuale e nella proposta di attività a fasce sempre più ampie di pubblico.

IBSA Foundation per la ricerca scientifica aderisce agli obiettivi strategici e all’attività del Museo ed è il primo partner ad aderire al programma di Mission Partnership, confermandosi Partner Scientifico attento e sensibile. Nell’autunno 2021, IBSA Foundation collaborerà inoltre con il Museo per ospitare, all’interno dei suoi spazi, due installazioni digitali di due artisti internazionali interattive fruibili al pubblico. Le opere avranno l’obiettivo di aprire nuovi scenari di riflessione ed esplorazione dei linguaggi digitali e delle relazioni con l’intelligenza artificiale.

IBSA Foundation per la ricerca scientifica rinnova così il suo sostegno e la collaborazione con il Museo, iniziata nel 2019 con la mostra temporanea “Dream Beasts. Le spettacolari creature di Theo Jansen” che ha portato per la prima volta in Italia le opere dell’artista olandese conosciuto in tutto il mondo per le sue gigantesche installazioni cinetiche Strandbeest, “animali da spiaggia”.

La partnership è poi proseguita nel 2020 con il supporto al programma digitale #storieaportechiuse, nato durante il lockdown per tenere vivi l’offerta e il dialogo con la comunità attraverso il racconto quotidiano di alcune delle storie più belle del Museo.

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La formazione sull’empatia funziona?

Due giovani italiane, studentesse a Groninger, Chiara Traversa e Clarissa Guidi, raccontano come hanno indagato le Medical Humaninities e la Medicina Narrativa fino a pubblicare un interessante articolo:  “Empathy in patient care: from ‘Clinical Empathy’ to ‘Empathic Concern’” pubblicato online su Springer – Medicine, Health Care and Philosophy lo scorso primo luglio.

Stefania Polvani intervista Clarissa, che ha frequentato il primo corso di 40 ore per Facilitatori di Laboratori di Medicina Narrativa organizzato da SIMeN.

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 Clarissa come è nata l’idea di un articolo sull’empatia e la Medicina Narrativa?

L’idea di scrivere un articolo di ricerca è nata all’interno del nostro percorso universitario circa due anni fa. Al tempo entrambe stavamo studiando alla facoltà       interdisciplinare dell’università di Groningen, dove al secondo anno di università abbiamo avuto l’opportunità di utilizzare uno spazio accademico di 5 crediti come   meglio pensavamo. Ne abbiamo parlato un po’ e, dopo esserci confrontate sul da farsi, abbiamo pensato: Perchè non provare a scrivere un articolo accademico insieme?

All’inizio di questo progetto non avevamo un’idea chiara e precisa su che cosa scrivere, sapevamo solo che ci sarebbe piaciuto approfondire il nostro interesse per le   Medical Humanities (o Scienze Umane Mediche, così come le chiamano qui in Italia) e la Medicina Narrativa…

Così abbiamo iniziato a fare ricerca: ore e ore passate a studiare articoli e libri sull’argomento. Le nostre scrivanie erano così piene di cose da leggere che c’era a   malapena spazio per una tazza di tè. Ma è stato proprio grazie a questo processo di studio “matto e disperatissimo” che abbiamo potuto riflettere meglio sul tipo di     lavoro che avremmo voluto condurre.

Da qui è venuta fuori l’idea di approfondire la tematica dell’empatia in ambito medico, fondamentale sia nelle Medical Humanities che nella Medicina Narrativa. Entrambi gli approcci, infatti, promuovono una relazione medico/paziente basata e incentrata sull’ascolto, la comprensione e la comunicazione empatica.

E dunque, una volta individuata l’empatia come fil rouge del nostro articolo, abbiamo iniziato ad approfondire il tema sempre di più. Abbiamo esaminato i vari dibattiti sull’argomento, analizzato vantaggi e svantaggi, e abbiamo finito per sostenere e promuovere una concezione più ampia e complessa della cosiddetta ‘empatia clinica’; un qualcosa che abbiamo chiamato ‘empathic concern’.

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“Pinguini nel deserto”. Barriere e stigmi che incontrano i ragazzi con autismo o trisomia 21. Il libro

Sono due condizioni estremamente diverse, ma entrambe soggette a un’enorme quantità di stereotipi. Per gestire lo stigma le famiglie le normalizzano o le spiegano medicalizzando, rendendo così difficile ai figli il dare una definizione di sé (e immaginarsi nella vita adulta).

 

Da un lato la trisomia 21, o sindrome di Down, una condizione evidente che può essere diagnosticata già durante la gravidanza, quando è il risultato di un test a mettere di fronte a una scelta: portarla a termine o interromperla, sapendo che la prima strada porterà con sé il giudizio da parte di molti. Dall’altro l’autismo, a volte invisibile, il cui percorso diagnostico può durare anni e per il quale la risposta definitiva arriva come un sollievo, una spiegazione, accanto a una certezza che per molti genitori è amara: autistici si nasce e si resta, e laddove il bisogno di supporto sia elevato, qualcuno dovrà prendersi cura del loro figlio o figlia quando loro non potranno più farlo.

Seppur differenti da infiniti punti di vista, trisomia 21 e autismo sono accomunati da un’enorme quantità di stereotipi. Le persone con sindrome di Down sono infantilizzate: raccontate come asessuate, eterni bambini affettuosi e docili che amano la musica. Sul fronte opposto le persone nello spettro sono legate all’idea dell’autistico genio, maschio, a volte aggressivo, incapace di avere rapporti sociali adeguati. Ed è proprio sulle similitudini, e sulle conseguenze che lo stigma ha sui diretti interessati, che si basa lo studio raccontato nel libro Pinguini nel deserto. Strategie di resistenza allo stigma da Autismo e Trisomia 21 (il Mulino 2021, 168 pagine, 16 €) di Alice Scavarda, assegnista di ricerca e docente di sociologia generale e sociologia della salute all’Università di Torino.

Nel suo lavoro di ricerca, Scavarda ha messo insieme interviste alle famiglie e due periodi di osservazione sul campo che ha trascorso affiancando due nuclei familiari nella loro vita quotidiana. Dalle visite mediche alle occasioni sociali, dalle conversazioni tra genitori e figli o tra genitori e amici, è emerso che manca un linguaggio specifico per parlare di disabilità (a partire dai modi spesso inadeguati con i quali viene comunicata una diagnosi), e che madri e padri usano strategie di resistenza allo stigma per raccontare i propri figli.

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OECI 43 Oncology Day 2021: “Promoting Innovation And Quality For Patients”

OECI 43 Oncology Day 2021: “Promoting Innovation And Quality For Patients”

Conferenza scientifica
L’evento virtuale tenutosi a Milano – 16 giugno 2021

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Si è svolta mercoledì 16 giugno 2021 la conferenza virtuale OECI 43 Oncology Day2021: “Promoting Innovation And Quality For Patients”, anche quest’anno in modalità virtuale.

Ogni anno le diagnosi di cancro interessano quasi 4 milioni di cittadini europei. È la seconda causa di morte in Europa: nel precedente anno ha causato più di 1,3 milioni di vittime. Una cifra altissima destinata a crescere. La pandemia di COVID dovrebbe contribuire a peggiorando anche le cifre.

È solo lavorando insieme, ascoltandosi gli uni gli altri e intraprendendo azioni concrete, in sinergia tra loro, che si può, e si potrà, rispondere sempre più efficacemente alle complesse e sfaccettate esigenze di trattamento, cura e ricerca contro il cancro. Allo stesso tempo, anche le richieste dei pazienti guariti devono essere prese in considerazione. È necessario sostenerli calmando le loro paure, offrendo le migliori procedure riabilitative e aiutandoli a reintegrarsi facilmente nel cammino sociale e familiare. Come afferma il Commissario UE per la salute e la sicurezza alimentare: “Nessun paese da solo ha la conoscenza e la capacità di trattare tutte le condizioni rare e complesse”.

Proprio in questo senso l’OECI intende essere forza partecipativa ed attiva nelle iniziative europee presenti e future. Al fianco di OECI la Fondazione IRCCS – Istituto Nazionale dei Tumori – Milano sostiene da sempre le iniziative messe in campo, nella convinzione che la collaborazione e il networking intensivo tra gli istituti oncologici siano essenziali per affrontare la complessa sfida posta dal cancro ai pazienti, agli operatori sanitari e alla società.

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