Il Centro Terapia del Dolore dell’Ospedale Niguarda promuove la XII edizione del Congresso “Malattia del dolore e rete territoriale”
Un’occasione di confronto tra i massimi esperti del settore, per consolidare una cultura del dolore cronico come reale patologia e favorire, presso i pazienti, la consapevolezza del proprio diritto ad essere creduti
Sono circa 80.000 i pazienti che, nella città di Milano e hinterland, si rivolgono almeno una volta all’anno al sistema sanitario per patologie riconducibili ad un dolore di difficile controllo che perdura nel tempo (cronico). Di questi, circa 10.000 fanno riferimento al Centro Terapia del Dolore di II livello dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda, che nel 2016 ha registrato un +15% delle attività rispetto al 2015. Proprio il Centro del Dolore del Niguarda promuove – il 23 e 24 Marzo, a Milano, presso l’Aula Magna dell’Ospedale – il Congresso “Malattia Dolore e Rete Territoriale” che ha scelto per questa 12a edizione il tema “Il diritto del paziente ad essere creduto”. Un momento di confronto scientifico, approfondimento culturale, sociale, e divulgazione finalizzata all’informazione e orientamento a beneficio degli operatori sanitari, degli amministratori pubblici, delle persone malate e delle famiglie.
La due giorni condurrà i partecipanti attraverso un ricco programma di tavole rotonde e dibattiti su temi quali: il dolore oncologico, fibromialgico, pelvico, muscoloscheletrico; le caratteristiche del dolore di genere, le procedure diagnostiche terapeutiche; i percorsi integrati di cura; la misurazione del dolore e le variabili del ricordo sulla percezione; l’uso dei farmaci derivati della cannabis; di innovazione, con ritrovati di alta tecnologia come la stimolazione midollare; del rapporto tra alimentazione e meccanismi di amplificazione del dolore; medicina complementare. Sarà, inoltre, presentata una nuova molecola analgesica e si parlerà dell’importanza della ricerca per migliorare la cura anche nella scienza algologica. A curare il programma è il responsabile scientifico Paolo Notaro, responsabile del Centro Terapia del Dolore di Niguarda.
“Anche quest’anno ci siamo posti obiettivi ambiziosi: fornire modelli di continuità assistenziale ospedale-territorio, fornire conoscenze innovative di ricerca sul sistema dolore, anche in ambito genetico o della fisica quantistica, offrire elementi culturali e formativi su diagnosi, cura e riabilitazione” – commenta Notaro – “Non solo. Intendiamo introdurre un focus specifico sui pazienti, che desideriamo sostenere in un percorso di empowerment e presa di consapevolezza”.
Proprio in ottica di empowerment del paziente, il congresso ha previsto quest’anno un significativo impegno sul fronte della comunicazione diretta e ‘social’: è attiva su Facebook una pagina dedicata (Congresso: malattia dolore e rete territoriale), che sta già raccogliendo testimonianze e suggestioni da pazienti e familiari.
Più in generale, l’evento si propone di contribuire alla diffusione di una più solida cultura del dolore da intendersi come vera patologia: tra le principali criticità segnalate dai pazienti c’è proprio la difficoltà ad essere creduti, essendo la sintomatologia dolorosa ricondotta a patologie psichiatriche, psicologiche o di altro genere.
Il congresso sarà anche l’occasione per presentare la neonata Rete Terapia del Dolore della città di Milano (RED), attiva da gennaio 2107. RED rappresenta, ad oggi, un unicum in Italia: per la prima volta, la ‘malattia dolore’ trova riscontro in un modello organizzativo capace di ricondurre la frammentazione dei servizi di cura ad una piattaforma integrata, con il paziente al centro. L’ospedale Niguarda è parte attiva della rete, come sede del Centro di Terapia del dolore di II livello (HUB centrale.)
Ai fini della costituzione della rete, i promotori hanno condotto una survey su 1.100 medici medicina generale di Milano: il risultato evidenzia una media mensile di 8,6 pazienti/per singolo medico affetti da dolore cronico refrattario, riconducibile a patologie plurali quali la sciatalgia, la lombalgia, la neuropatia, la fibromialgia e il dolore oncologico non palliativo.
Oltre all’analisi del bisogno dei MMG e la necessità di orientamento dei malati, RED prende le mosse da una mappatura approfondita dell’offerta ospedaliera di terapie del dolore in città. Fanno parte del network le seguenti nove strutture ospedaliere cittadine, rispondenti a criteri condivisi e sistemi comuni di classificazione dell’offerta algologica: il Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda, Fatebenefratelli-Sacco, Gaetano Pini, ASST Nord Milano, Santi Paolo e Carlo, Fondazione Ca’ Granda-Ospedale Maggiore Policlinico, Istituto Nazionale Tumori, Istituto Clinico Città Studi e IEO. Tutto il processo di costruzione della rete è stato condiviso insieme all’ATS di Milano e dallo stesso Ordine dei Medici. Con l’altro HUB di area, l’ASST Rhodense, l’’obiettivo finale è implementare la Rete su tutto il territorio.
Nel concreto, la rete sarà una risorsa per:
- Paziente: maggiore consapevolezza e orientamento rispetto propria posizione all’interno di un percorso terapeutico (empowerment), accessibile autonomamente o tramite impegnativa;
- Operatore sanitario: possibilità di rendere le cure davvero più accessibili e appropriate, a partire da una maggiore diffusione di una ‘cultura’ del dolore. La rete, per la prima volta, fornisce al medico una mappatura dettagliata ed esaustiva dei centri milanesi accreditati, i contatti dei responsabili identificati di rete e soprattutto un canale di riferimento per la presa in carico dei bisogni dei pazienti con sindromi dolorose complesse;
- Istituzioni: possibilità di organizzare in maniera efficace il sistema salute, garantendo tempestivo accesso alle cure, appropriatezza, continuità terapeutica contribuendo anche alla sostenibilità del sistema. Si realizza così un primo esempio di modello di rete della terapia del dolore frutto di una integrazione tra ospedale e territorio, ma partendo dal bisogno delle persone malate di dolore valorizzando anche il ruolo delle associazioni dei pazienti in termini di sussidiarietà.
Le dichiarazioni dei protagonisti:
“Mettere la nostra esperienza al servizio di un progetto articolato come RED ci riempie di soddisfazione” – sottolinea Marco Trivelli, Direttore Generale dell’Ospedale Niguarda – “La nascita della rete rappresenta una mutazione genetica: non più una pluralità di soggetti ospedalieri, con modalità di comunicazione differenti, ma un unico sistema di cura al servizio del paziente. RED si inserisce così perfettamente nel percorso di evoluzione sperimentale del sistema sociosanitario intrapreso da Regione Lombardia, che punta ad una diversa presa in carico del paziente cronico”.
“Nella logica di passare dalla cura al prendersi cura, prevista dalla nostra riforma, il tema della terapia del dolore e quindi di essere vicino al paziente è assolutamente centrale” – spiega Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia – “Con la recentissima delibera del 30 gennaio 2017, poi, la Regione ha avviato la presa in carico di pazienti cronici e fragili focalizzata sulla persona e sui suoi bisogni, strutturando la risposta al fine di garantire una continuità assistenziale sul territorio”.
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