Una ricerca sulla prescrizione sociale delle attività artistiche e culturali: fa’ sentire la tua voce

Screenshot 2025-07-28 115606Il CCW-Cultural Welfare Center, in collaborazione con la Fondazione Compagnia di San Paolo, lancia un’indagine per raccogliere informazioni sulle finalità, modalità e impatti delle pratiche di prescrizione sociale di attività artistiche e culturali in Italia.

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La prescrizione sociale è un approccio, adottato soprattutto in ambito sanitario e sociale, per migliorare il ben-essere delle persone tramite attività, servizi e risorse di prossimità che, pur non essendo di natura medica, contribuiscono positivamente alla salute.

La prescrizione di attività artistiche e culturali consiste nel promuovere in modo strutturato e sistematico la partecipazione a laboratori creativi, programmi di lettura, attività teatrali, artistiche e museali, ecc., integrati in percorsi di cura o prevenzione, con l’obiettivo di ridurre l’isolamento, migliorare l’umore, rafforzare l’autostima e favorire il ben-essere mentale e fisico.

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Progetto #ENDOs, disponibile la piattaforma ENDOSTAND per semplificare il linguaggio medico

Screenshot 2025-07-23 150105Nell’ambito del progetto europeo #ENDOs, di cui DNM è partner, arriva un’importante novità: la piattaforma ENDOSTAND. 

La piattaforma ENDOSTAND sviluppata dai partner Vulgaroo , Università degli studi di Palermo & Maynooth University e supervisionata da Momentum Educate + Innovate, mira ad aiutare le pazienti affette da endometriosi a comprendere meglio i loro rapporti medici e a comunicare meglio con gli operatori sanitari.

I partner hanno avuto la possibilità di vedere in anteprima la piattaforma durante un incontro di partenariato a gennaio in Irlanda, ospitato dall’Università di Maynooth.
Alcune fortunate cittadine di Bordeaux avevano avuto l’opportunità di scoprirla in esclusiva a marzo in occasione di una conferenza data da Christophe Lelong di Vulgaroo, durante la mostra “#Endos Stories: Breaking This Silence aux avant-postes”, curata da Nadia Russell Kissoon de L’Agence Creative.

La piattaforma non è destinata a diagnosticare malattie o fornire raccomandazioni terapeutiche. Per questo, si prega sempre di contattare un medico.

È possibile valutare la tua esperienza sulla piattaforma e la qualità della divulgazione che è stata fornita, direttamente tramite il pulsante “valuta”, per permettere agli sviluppatori di migliorare lo strumento.

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PERLA 2025: al via la seconda edizione, aperta anche alle farmacie ospedaliere e territoriali

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Torna per la seconda edizione il percorso PERLA. Cura a misura di persona. Anche le farmacie ospedaliere e territoriali potranno candidarsi per ottenere la certificazione di qualità PERLA. Ecco in cosa consiste e come aderire.

Torna per la seconda edizione il percorso “PERLA. Cura a misura di persona” con importanti novità: per la prima volta, anche le farmacie ospedaliere e territoriali potranno candidarsi per ottenere la certificazione di qualità PERLA, entrando così in un percorso che promuove l’eccellenza e la centralità del paziente in tutte le fasi dell’assistenza sanitaria.

Un’opportunità per valorizzare il ruolo della farmacia nei percorsi di cura

L’apertura alle farmacie ospedaliere e territoriali rappresenta un riconoscimento concreto del ruolo cruciale che queste strutture svolgono nel garantire appropriatezza, continuità terapeutica e sicurezza nella gestione del farmaco. PERLA offre oggi anche a queste realtà la possibilità di misurarsi con indicatori di qualità, confrontarsi con best practice nazionali e internazionali, e attestare l’impegno verso una presa in carico sempre più efficace e personalizzata.

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Tumore al seno metastatico: Alessandro Rossi del Policlinico Gemelli vince il “My First Project” al Congresso Nazionale AIOM Giovani

Screenshot 2025-07-14 162032Alessandro Rossi, giovane oncologo presso la UOSD Medicina di precisione in Senologia del Policlinico A. Gemelli di Roma, ha vinto il premio “My First Project” durante il congresso AIOM Giovani, svoltosi a Firenze l’11 e 12 luglio.

Durante il congresso di quest’anno, dedicato alla “cura nelle parole”, Il dott. Rossi ha presentato lo studio Pergiqual, condotto al Gemelli nell’ambito del tumore al seno metastatico. Sotto la guida della dott.ssa Alessandra Fabi, lo studio ha come obiettivi il miglioramento della qualità di vita percepita dalla paziente, il miglioramento della qualità della relazione di cura e la personalizzazione del percorso di cura sulla base dei bisogni del paziente.

Grazie alle metodologie e agli strumenti della medicina narrativa, il progetto è in grado di integrare ai dati clinici l’esperienza soggettiva di malattia delle pazienti, utilizzando la piattaforma digitale DNMLab.

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Cultura, sistema, narrazione: ripensare la cura – Intervista a Marco Testa

image-76-2Marco Testa è cardiologo presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea di Roma, specializzato in cardiologia clinica e molecolare. Docente alla Sapienza Università di Roma, integra l’insegnamento clinico con le Medical Humanities, promuovendo un approccio centrato sulla persona.
Presidente della Società Italiana di Medicina Narrativa (SIMeN), si dedica alla diffusione della Medicina Narrativa come pratica clinica integrata, valorizzando l’ascolto attivo, la scrittura riflessiva e la formazione umanistica. Con il suo impegno contribuisce a innovare la relazione di cura, rendendola più partecipata e attenta al vissuto individuale.

Cosa rappresenta per te come medico la medicina narrativa?

Grazie per questa domanda che mi permette di ripercorrere quello che ritengo un percorso di crescita personale e professionale, che parte dai primi anni del corso di laurea e arriva fino ad oggi, fino al mio impegno come presidente della Società Italiana di Medicina Narrativa – SIMeN.

La Medicina Narrativa rappresenta per me innanzitutto un ritorno alle origini più autentiche della professione medica. Come già ci diceva Karl Jaspers alcuni decenni or sono, e da allora sempre di più, la professione medica, sta andando in una direzione ipertecnologica che rischia di portarci a riparare un corpo, anzi spesso solo isolati organi, piuttosto che curare una persona.

La Medicina Narrativa ha permesso a me, e così spero sia anche per molti altri, di ritrovare quella dimensione relazionale che avevo intuito già durante gli anni universitari, quando seguivo i corsi di antropologia medica e bioetica del Professor Sandro Spinsanti, un vero pioniere per l’Italia, e non solo, di una necessaria riacquisizione di anima della medicina. È stata una vera e propria rivoluzione copernicana: aver rimesso al centro la persona mi ha dato nuove motivazioni per la mia professione.

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