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Etica in oncologia, arriva la Carta di Ragusa in tutti i reparti

Condivisione delle scelte terapeutiche, empatia nella relazione medico-paziente, equità di accesso alle cure innovative e valorizzazione della ricerca clinica. Sono questi i quattro principi su cui si basa la Carta di Ragusa sull’Etica in Oncologia, la prima mai realizzata in Italia dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica al termine delle “Giornate dell’Etica”, promosse recentemente in Sicilia. Per due giorni sull’Isola un gruppo multidisciplinare ha discusso e individuato 16 punti per migliorare l’integrazione dell’etica nell’organizzazione del sistema sanitario che nei comportamenti dei singoli professionisti. «È nostro preciso dovere occuparci di questi aspetti – afferma il prof. Carmine Pinto presidente nazionale AIOM -. Siamo molti orgogliosi di questo documento che vuole diventare anche una sorta di Carta dei Doveri per tutti gli specialisti coinvolti nella cura del cancro. In particolare, ci siamo soffermati sul delicato rapporto tra medici, pazienti e i loro familiari”. Ecco perché, si legge nel primo punto, “l’oncologo deve sempre più tenere in considerazione le esigenze della persona assistita e dei familiari. Senza dimenticare di prestare molta attenzione alle possibili differenze culturali, dato che curiamo anche molte persone di origine straniera. Sono da evitare – ed è un altro punto del Documento -, da parte di tutto il personale sanitario, atteggiamenti ostili verso la sofferenza del malato e dei caregivers. E’ fondamentale stabilire invece una proficua alleanza emotiva con loro». continua a leggere

Articolo de Il Sole 24 Ore – Sanità

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Empathy Is Actually a Choice

One death is a tragedy. One million is a statistic.

You’ve probably heard this saying before. It is thought to capture an unfortunate truth about empathy: While a single crying child or injured puppy tugs at our heartstrings, large numbers of suffering people, as in epidemics, earthquakes and genocides, do not inspire a comparable reaction.

Studies have repeatedly confirmed this. It’s a troubling finding because, as recent research has demonstrated, many of us believe that if more lives are at stake, we will — and should — feel more empathy (i.e., vicariously share others’ experiences) and do more to help.

Not only does empathy seem to fail when it is needed most, but it also appears to play favorites. Recentstudies have shown that our empathy is dampened or constrained when it comes to people of different races, nationalities or creeds. These results suggest that empathy is a limited resource, like a fossil fuel, which we cannot extend indefinitely or to everyone. continua a leggere

Articolo di 

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Menopausa e sessualità: le donne si raccontano online

La menopausa è una fase nuova nel ciclo di vita della donna. Solo a partire dagli inizi del XX secolo l’aspettativa di vita media supera in Europa i 45 anni. In Italia oggi la vita media delle donne è di 84,5 anni. Come mai prima nella storia, la menopausa oggi caratterizza quasi un terzo della vita della donna. La velocità del cambiamento demografico si associa a vissuti personali e rappresentazioni collettive della menopausa ambivalenti che raccontano un “tempo incerto”, come l’hanno definito Nicoletta Diasio e Virginie Vinel, nella loro antropologia della menopausa. continua a leggere

Articolo di Cristina Cenci su Nòva

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Narrative Medicine: Who Cares?

The power of story is as old as human history. People have always told stories as a way of making sense of their lives, whether through spoken or written words. Narrative is a well-respected qualitative research methodology, and has been used in nursing education by researchers, such as Pamela Ironside (2003, 2005), Nancy Diekelmann (2005), and Gail Lindsay (2006). continua a leggere

Articolo di Rhonda Vander Sluis su How to Teach Nurses