Recensione del saggio di Wulff “Filosofia della medicina”
Il volume è stato scritto soprattutto per i rappresentanti della professione medica, gli studenti di medicina e per tutte le persone impegnate nei servizi sanitari. Si rivolge a coloro che “si prendono cura” dei pazienti e apprezzano l’importanza del progresso tecnologico, ma sono, nello stesso tempo, preoccupati che ci si possa dimenticare che i pazienti sono esseri umani consapevoli e non solo “macchine biologiche”.
Articolo di Marco Inghilleri su Psychiatry on line Italia
La prima edizione di Philosophy of Medicine, scritto da un medico, un filosofo e uno psichiatra danesi, non è affatto una pubblicazione recente. Anzi, sono già un po’ di anni che questo libro è stato proposto all’attenzione di un pubblico che lo accolse ieri come oggi (alla sua quinta edizione italiana) con un’indifferenza del tutto immeritata.
Il volume è stato scritto soprattutto per i rappresentanti della professione medica, gli studenti di medicina e per tutte le persone impegnate nei servizi sanitari. Si rivolge a coloro che “si prendono cura” dei pazienti e apprezzano l’importanza del progresso tecnologico, ma sono, nello stesso tempo, preoccupati che ci si possa dimenticare che i pazienti sono esseri umani consapevoli e non solo “macchine biologiche”.
La filosofia non gode tradizionalmente presso i medici di un grande prestigio e la Filosofia della medicina non è certo un tema centrale nelle facoltà di medicina europee. Esponenti di una disciplina che può giustamente vantare successi tecnologici continui e riconosciuti, fra i medici sembra ancora prevalere il richiamo pragmatico ai fatti concreti. Il fermarsi a riflettere su principi generali o su definizioni astratte può apparire una inutile perdita di tempo. La responsabilità e l’urgenza dei compiti di ogni giorno sembrano poi rendere appena sufficiente l’impegno per l’aggiornamento. Inoltre, durante il lungo periodo di preparazione all’esercizio professionale si richiede agli studenti di assimilare un numero sempre crescente di nozioni su un’enorme quantità di malattie. Il loro tempo è totalmente occupato nell’acquisire conoscenze sufficienti a soddisfare i professori e gli studenti, di solito, accettano il modo in cui la medicina è praticata usualmente, senza mettere in discussione gli assunti sui quali la pratica medica è fondata.