Quando le parole fanno bene
SIMeN e Regione Piemonte insieme per la riduzione del conflitto tra sanitari e pazienti grazie alla Medicina narrativa
Il primo progetto in Italia finalizzato a comprovare l’efficacia della Medicina Narrativa e a valutarne l’impatto nella pratica clinica, nell’ottica di una sempre maggiore attenzione alla relazione tra operatore di cura e persona assistita. Si chiama NAME ed è portato avanti dalla Società Italiana di Medicina Narrativa (SIMeN) insieme alla Regione Piemonte e alla società di consulenza manageriale Apertamente, per sviluppare tra i dipendenti delle Aziende sanitarie e ospedaliere la formazione sulla Medicina Narrativa che, è dimostrato, aiuta a ridurre il conflitto tra sanitari e pazienti. L’Istituto di Management della Scuola Superiore S. Anna di Pisa sarà a fianco di SIMeN durante tutto il percorso con lo scopo di quantificare dal punto di vista scientifico i risultati intermedi e finali.
Questo innovativo progetto, avviato da SIMeN attraverso il Dipartimento delle Attività Integrate Ricerca e Innovazione (DAIRI) della Regione Piemonte, si svilupperà in quattro città: Torino, Alessandria, Cuneo e Novara. Qui verranno allestiti altrettanti “laboratori narrativi” a cui parteciperanno molti professionisti della sanità, una platea qualificata, multidisciplinare e motivata a raggiungere importanti obiettivi. Oltre allo sviluppo della formazione sulla Medicina Narrativa, verranno infatti individuati e verificati specifici indicatori come la rivisitazione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA), l’aderenza alle terapie da parte dei pazienti e, appunto, la riduzione del conflitto tra sanitari e pazienti.
Il processo attivato nella Regione Piemonte sta entrando nella sua fase operativa, dopo alcuni passaggi di carattere più logistico e organizzativo, dopo la formalizzazione della partnership tra SIMeN e Regione Piemonte, tramite DAIRI, per sviluppare un progetto formativo accreditato ECM sulla Medicina Narrativa.
Un focus group che si è svolto lo scorso 16 febbraio nella sede dell’Assessorato alla Sanità a Torino, ha poi permesso di definire gli indicatori più adeguati e di mettere a punto una Cabina di regia composta dai referenti delle Aziende sanitarie. Il 7 marzo, sempre in Assessorato, c’è stata la presentazione ufficiale delle attività, mentre, a partire da questo mese di maggio 2023 e fino ad aprile 2024, sono previste 6 sessioni formative di tipo laboratoriale per tutti i sanitari che avranno aderito. In tal modo ogni operatore seguirà 24 ore di didattica.
Alla formazione prenderanno parte professionalità diverse: medici specialisti (neurologi, ematologi, oncologi, chirurghi generali etc), infermieri, farmacisti ospedalieri, personale delle Direzioni generali e sanitarie. È prevista, successivamente, l’analisi degli indicatori individuati per misurare l’impatto della medicina narrativa nella formazione e nella pratica clinica. Una fase, quest’ultima che sarà condotta da SIMeN in collaborazione con l’Istituto di Management della Scuola Superiore S. Anna di Pisa.
“Siamo davvero grati alla Regione Piemonte – evidenziano la presidente nazionale SIMeN Stefania Polvani e il responsabile dei rapporti con le istituzioni SIMeN Giovanni Melani – per aver permesso, tramite il DAIRI, la realizzazione di questo progetto unico a livello nazionale. Grazie anche agli altri nostri partner: Scuola S. Anna di Pisa e Aperta-mente di Milano.
In base alle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, con il termine di medicina narrativa si intende una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo terapeutico-assistenziale. Il fine è la costruzione condivisa di un percorso personalizzato (storia di cura).
Curare la malattia e curare la persona che vive l’esperienza della malattia sono due cose ben diverse. Il paradigma deve cambiare e la medicina narrativa nasce proprio dal riconoscimento di un’esigenza comune tra i professionisti della salute e le persone che si trovano ad affrontare un’esperienza di malattia.
Oggi è indispensabile conoscere e comprendere i caratteri essenziali di una pratica che concorre alla razionalizzazione delle risorse, anche economiche ma che, soprattutto, produce effetti importanti tra cui l’aumento della compliance delle terapie e la prevenzione e riduzione della conflittualità, che spesso in sanità è generata da problemi relazionali, comunicativi e di umanizzazione. Con l’empatia e con le abilità di comunicazione, che possono essere insegnate da esperti e quindi apprese da tutti i sanitari, è possibile migliorare entrambe le parti della relazione.
Il progetto con Regione Piemonte permetterà, infatti, di agire in maniera positiva sia sul paziente (miglioramento degli esiti della relazione, gradimento dell’esperienza e dei servizi, minore conflittualità) che sull’operatore sanitario (gestione di situazioni di burn out, miglioramento della capacità di ascolto e di diagnosi, comunicazione e relazione)”. Da sottolineare anche il contributo non condizionante al progetto delle aziende Sobi e Orion Pharma.
L’auspicio, sia di SIMeN che delle Istituzioni è che il progetto NAME Piemonte, che diventi buona pratica di cura e di governance in sanità e che la metodologia narrativa possa essere a servizio di tutti i cittadini piemontesi.