Consigli per migliorare il rapporto medico-paziente
Cinque buone pratiche, evidence-based, per partire con il piede giusto nel rapporto con il paziente. Le ha individuate un team di Stanford che ha analizzato migliaia di studi, osservato centinaia di incontri e intervistato decine di medici, pazienti e caregiver. Lo studio pubblicato su Jama presentato in un articolo di Omni News.
Articolo di Sandro Iannaccone su Omni News
Non solo anamnesi, prescrizioni e raccomandazioni. Per essere un buon medico serve anche qualcosa di molto più impalpabile, ma non per questo meno importante: la capacità di stabilire una relazione empatica, di ascolto e mutua fiducia. Come ci dice la medicina narrativa e tanti studi che la supportano, questa è una condizione essenziale per favorire la collaborazione del paziente, per migliorare la sua aderenza alle prescrizioni e quindi l’esito della cura. D’altro canto, è innegabile – anche in questo caso sono i dati a dirlo – che i medici non ricevono una formazione al riguardo. E poi anche nella quotidianità hanno sempre meno tempo per costruire un buon rapporto con i pazienti, sempre più pressati come sono da richieste di produttività, incombenze burocratiche, aggiornamento professionale. Ed è questo scenario del rapporto-medico-paziente che un’équipe di scienziati dell’Università di Stanford ha analizzato per due anni, giungendo oggi a stilare cinque buone pratiche, evidence-based, per aiutare i medici a migliorare il rapporto con i propri pazienti sfruttando al meglio il tempo a disposizione. Lo studio è stato pubblicato su Jama. Continua a leggere