Prevenire e curare i tumori. Lo stato della ricerca e delle terapie
La Medicina Narrativa è la medicina basata sulla narrazione. Il valore del racconto del paziente è andato perdendosi nel corso dei secoli, per una eccessiva attenzione all’aspetto tecnologico. Il paziente è però esperto della malattia per come la sta vivendo.
«Noi nel nostro Istituto abbiamo voluto raccogliere l’invito dell’Istituto Superiore di Sanità» racconta la Dott.ssa Cercato «che nel 2014 ha tenuto una Consensus Conference, proprio per stabilire cosa fosse la Medicina Narrativa, quali fossero gli strumenti e gli ambiti di applicazione e per raccomandarne l’introduzione sia nei percorsi formativi che nella ricerca. La medicina narrativa è una metodologia ad intervento clinico-assistenziale basato sulla competenza comunicativa e quindi che valorizza il racconto, la narrazione, come elemento di scambio e di comprensione tra il curante e il paziente».
Come si introduce il percorso narrativo in una realtà di cura?
«Ogni realtà di cura ha una propria caratteristica che va considerata» spiega la Dott.ssa Cercato «Noi lo abbiamo introdotto come un percorso di ricerca, iniziando con una fase di sensibilizzazione e di formazione all’ascolto.
A parte la fase di storytelling, quindi narrazione libera, la fase più consistente, ovvero quella della quale vorremmo parlare oggi, è quella dell’applicazione di un diario digitale narrativo parallelo ad una cartella clinica – realizzato con la piattaforma di Medicina Narrativa DNMLAB (ndr).
Quindi, ai pazienti è stata offerta la possibilità di raccontare di se stessi, della propria quotidianità, dei propri problemi, delle proprie difficoltà durante il percorso di cura. Il diario consiste in una piattaforma web based, che consente al paziente di essere guidato da una narrazione, focalizzandone gli aspetti principali per la cura. Questo ha consentito sia al curante che al paziente di avere dei benefici consistenti.
Dal punto di vista del curante c’è la possibilità di rilevare degli aspetti utili alla cura che non sarebbero emersi in un contesto tradizionale sia di “setting” cioè di ambiente, sia di linguaggio, cioè quello della visita medica».
La Testimonianza della Signora Paola, paziente oncologica: il primo bisogno necessario è quello di non sentirsi soli nell’affrontare una realtà completamente stravolta. La necessità di poter esprimere ciò che si prova nei confronti di qualcuno che può capire, non solo a livello medico farmacologico, ma soprattutto personale. L’interazione con la piattaforma è guidato, grazie a domande divise per ambiti, ma anche grazie alla possibilità di narrare liberamente la propria condizione. Ciò che dà maggior forza è costruire, con il proprio medico, un rapporto di condivisione e di impegno.
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