Arte, benessere, salute: saperi in connessione. Webconference 19 e 20 settembre 2025

_hlTOV-msx8xNegli ultimi anni si è consolidato un crescente interesse verso l’integrazione tra linguaggi artistici, pratiche culturali e percorsi di cura, con l’obiettivo di promuovere la salute e il benessere delle persone e delle comunità. La relazione tra arte e salute non rappresenta soltanto un ambito emergente di ricerca e sperimentazione, ma anche un terreno fertile per la costruzione di alleanze tra mondi tradizionalmente distinti: quello sanitario, quello artistico-culturale e quello sociale.
Esperienze condotte a livello nazionale e internazionale dimostrano come l’arte, nelle sue diverse forme, visive, performative, narrative, musicali, possa incidere positivamente sulla qualità della vita, sostenere i processi di cura, favorire l’empowerment dei pazienti, dei cittadini e dei professionisti, e contribuire a generare ambienti più accoglienti, relazioni più umane e percorsi più sostenibili. In quest’ottica, l’arte si configura come strumento di promozione della salute, nel solco della definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che pone al centro non solo l’assenza di malattia, ma la capacità di adattamento e di auto gestirsi di fronte alla sfide sociali, fisiche ed emotive” per raggiungere il pieno benessere fisico, mentale e sociale.

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L’intervista al dott. Alessandro Rossi sul progetto NARR-ARTI

Screenshot 2025-09-08 112807“Una vera e propria rivoluzione nel percorso di cura”

Il dott. Alessandro Rossi, UOSD Medicina di precisione in Senologia al Policlinico Gemelli, introduce così la medicina narrativa e il progetto NARR-ARTI. L’esigenza di un nuovo progetto di medicina narrativa nasce dalla consapevolezza che il tempo di una visita spesso non basta per comprendere appieno la complessità di un’esperienza personale, prima che terapeutica.

Per superare questa barriera, il Policlinico Gemelli ha creato NARR-ARTI, un progetto che mette al centro la storia e la voce delle pazienti affette da tumore alla mammella.

Attraverso il diario digitale DNMLab, le parole delle persone si trasformano in un prezioso indirizzo di cura. Inoltre, l’implementazione dell’intelligenza artificiale supporta i medici nell’analisi delle narrazioni, per comprendere a fondo i bisogni specifici e costruire insieme un percorso realmente su misura delle pazienti.

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Il nuovo ciclo di webinar targato SIMeN per l’anno 2025/2026

WEB-I-NARR_sfondo-trasparente-def-ritaglioLa Società italiana di Medicina Narrativa sta organizzando un ciclo di webinar che si svolgerà tra l’autunno 2025 e i primi mesi del 2026, continuando una tradizione che negli anni è stata parte fondamentale dell’attività di SIMeN, a tal proposito basti ricordare gli incontri di R-Esistere svolti durante il periodo della pandemia che hanno affrontato numerosi temi e consentito un contatto umano e intellettuale in un momento tanto critico. I webinar saranno nuovamente occasione di incontro e aggregazione non solo per la comunità dei soci SIMeN ma per tutte le persone interessate alla Medicina Narrativa, per favorire sia lo scambio culturale che il dialogo tra coloro che parteciperanno e creare uno spazio in cui persone accumunate da curiosità e passione si ritrovino regolarmente.

Per i nostri futuri webinar abbiamo scelto una formula snella e colloquiale con incontri della durata di circa un’ora e mezza. Il tempo a disposizione sarà equamente suddiviso in tre parti: le prime due sessioni vedranno il contributo di un relatore esperto della materia trattata nel webinar e quello di un socio SIMeN che si interessi della stessa materia; con ciò desideriamo valorizzare e offrire spazio alle competenze di tutti i nostri Soci, in primis dei Facilitatori di Laboratori di Medicina Narrativa. L’ultima sessione sarà un tempo dedicato all’interazione con i partecipanti e ci auguriamo che i temi affrontati siano spunto di riflessione e di stimolo per gli interventi dei presenti.

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Al Sant’Andrea di Roma apre il primo centro di medicina narrativa e partecipata: “Mettiamo al centro la persona”

ospedale Foto di fernando zhiminaicela da Pixabay

Al Sant’Andrea di Roma apre un centro di medicina narrativa. I pazienti compileranno un diario narrativo digitale che sarà poi interpretato con il supporto dell’intelligenza artificiale.

All’ospedale Sant’Andrea di Roma nasce “il primo centro, nel Lazio e in Italia”, per la medicina narrativa e partecipata. Un’iniziativa che punta a mettere al centro la persona nei suoi bisogni bio-psico-sociali, superando il tradizionale approccio basato sulla singola prestazione per promuovere un modello incentrato sul percorso di cura integrato.

Che cos’è la medicina narrativa

Per medicina narrativa, secondo la definizione dell’Istituto Superiore di sanità, si intende una metodologia clinico-assistenziale che considera la narrazione lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare le prospettive di tutti gli attori coinvolti nel processo di cura, costruendo percorsi terapeutici personalizzati attraverso un “Patto di cura” condiviso tra paziente e personale sanitario.

Il nuovo centro del Sant’Andrea

La struttura nata nell’ospedale romano fa seguito ad alcuni progetti pilota sulla medicina narrativa che hanno coinvolto decine di operatori sanitari e oltre 100 pazienti. È stata così dimostrata, spiegano dal Sant’Andrea, l’efficacia dell’approccio narrativo in diversi percorsi clinici, dalla cardiologia alle malattie neurodegenerative.

Nello studio e nella pratica di questa particolare metodologia clinico-assistenziale sono stati coinvolti anche i futuri dottori: dal 2018 la Facoltà di Medicina e psicologia della Sapienza ha attivato, infatti, un corso di medicina narrativa per gli studenti del terzo anno, contribuendo a formare una nuova generazione di medici.

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Una ricerca sulla prescrizione sociale delle attività artistiche e culturali: fa’ sentire la tua voce

Screenshot 2025-07-28 115606Il CCW-Cultural Welfare Center, in collaborazione con la Fondazione Compagnia di San Paolo, lancia un’indagine per raccogliere informazioni sulle finalità, modalità e impatti delle pratiche di prescrizione sociale di attività artistiche e culturali in Italia.

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La prescrizione sociale è un approccio, adottato soprattutto in ambito sanitario e sociale, per migliorare il ben-essere delle persone tramite attività, servizi e risorse di prossimità che, pur non essendo di natura medica, contribuiscono positivamente alla salute.

La prescrizione di attività artistiche e culturali consiste nel promuovere in modo strutturato e sistematico la partecipazione a laboratori creativi, programmi di lettura, attività teatrali, artistiche e museali, ecc., integrati in percorsi di cura o prevenzione, con l’obiettivo di ridurre l’isolamento, migliorare l’umore, rafforzare l’autostima e favorire il ben-essere mentale e fisico.

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Progetto #ENDOs, disponibile la piattaforma ENDOSTAND per semplificare il linguaggio medico

Screenshot 2025-07-23 150105Nell’ambito del progetto europeo #ENDOs, di cui DNM è partner, arriva un’importante novità: la piattaforma ENDOSTAND. 

La piattaforma ENDOSTAND sviluppata dai partner Vulgaroo , Università degli studi di Palermo & Maynooth University e supervisionata da Momentum Educate + Innovate, mira ad aiutare le pazienti affette da endometriosi a comprendere meglio i loro rapporti medici e a comunicare meglio con gli operatori sanitari.

I partner hanno avuto la possibilità di vedere in anteprima la piattaforma durante un incontro di partenariato a gennaio in Irlanda, ospitato dall’Università di Maynooth.
Alcune fortunate cittadine di Bordeaux avevano avuto l’opportunità di scoprirla in esclusiva a marzo in occasione di una conferenza data da Christophe Lelong di Vulgaroo, durante la mostra “#Endos Stories: Breaking This Silence aux avant-postes”, curata da Nadia Russell Kissoon de L’Agence Creative.

La piattaforma non è destinata a diagnosticare malattie o fornire raccomandazioni terapeutiche. Per questo, si prega sempre di contattare un medico.

È possibile valutare la tua esperienza sulla piattaforma e la qualità della divulgazione che è stata fornita, direttamente tramite il pulsante “valuta”, per permettere agli sviluppatori di migliorare lo strumento.

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PERLA 2025: al via la seconda edizione, aperta anche alle farmacie ospedaliere e territoriali

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Torna per la seconda edizione il percorso PERLA. Cura a misura di persona. Anche le farmacie ospedaliere e territoriali potranno candidarsi per ottenere la certificazione di qualità PERLA. Ecco in cosa consiste e come aderire.

Torna per la seconda edizione il percorso “PERLA. Cura a misura di persona” con importanti novità: per la prima volta, anche le farmacie ospedaliere e territoriali potranno candidarsi per ottenere la certificazione di qualità PERLA, entrando così in un percorso che promuove l’eccellenza e la centralità del paziente in tutte le fasi dell’assistenza sanitaria.

Un’opportunità per valorizzare il ruolo della farmacia nei percorsi di cura

L’apertura alle farmacie ospedaliere e territoriali rappresenta un riconoscimento concreto del ruolo cruciale che queste strutture svolgono nel garantire appropriatezza, continuità terapeutica e sicurezza nella gestione del farmaco. PERLA offre oggi anche a queste realtà la possibilità di misurarsi con indicatori di qualità, confrontarsi con best practice nazionali e internazionali, e attestare l’impegno verso una presa in carico sempre più efficace e personalizzata.

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Tumore al seno metastatico: Alessandro Rossi del Policlinico Gemelli vince il “My First Project” al Congresso Nazionale AIOM Giovani

Screenshot 2025-07-14 162032Alessandro Rossi, giovane oncologo presso la UOSD Medicina di precisione in Senologia del Policlinico A. Gemelli di Roma, ha vinto il premio “My First Project” durante il congresso AIOM Giovani, svoltosi a Firenze l’11 e 12 luglio.

Durante il congresso di quest’anno, dedicato alla “cura nelle parole”, Il dott. Rossi ha presentato lo studio Pergiqual, condotto al Gemelli nell’ambito del tumore al seno metastatico. Sotto la guida della dott.ssa Alessandra Fabi, lo studio ha come obiettivi il miglioramento della qualità di vita percepita dalla paziente, il miglioramento della qualità della relazione di cura e la personalizzazione del percorso di cura sulla base dei bisogni del paziente.

Grazie alle metodologie e agli strumenti della medicina narrativa, il progetto è in grado di integrare ai dati clinici l’esperienza soggettiva di malattia delle pazienti, utilizzando la piattaforma digitale DNMLab.

Guarda l’intervista completa

Cultura, sistema, narrazione: ripensare la cura – Intervista a Marco Testa

image-76-2Marco Testa è cardiologo presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea di Roma, specializzato in cardiologia clinica e molecolare. Docente alla Sapienza Università di Roma, integra l’insegnamento clinico con le Medical Humanities, promuovendo un approccio centrato sulla persona.
Presidente della Società Italiana di Medicina Narrativa (SIMeN), si dedica alla diffusione della Medicina Narrativa come pratica clinica integrata, valorizzando l’ascolto attivo, la scrittura riflessiva e la formazione umanistica. Con il suo impegno contribuisce a innovare la relazione di cura, rendendola più partecipata e attenta al vissuto individuale.

Cosa rappresenta per te come medico la medicina narrativa?

Grazie per questa domanda che mi permette di ripercorrere quello che ritengo un percorso di crescita personale e professionale, che parte dai primi anni del corso di laurea e arriva fino ad oggi, fino al mio impegno come presidente della Società Italiana di Medicina Narrativa – SIMeN.

La Medicina Narrativa rappresenta per me innanzitutto un ritorno alle origini più autentiche della professione medica. Come già ci diceva Karl Jaspers alcuni decenni or sono, e da allora sempre di più, la professione medica, sta andando in una direzione ipertecnologica che rischia di portarci a riparare un corpo, anzi spesso solo isolati organi, piuttosto che curare una persona.

La Medicina Narrativa ha permesso a me, e così spero sia anche per molti altri, di ritrovare quella dimensione relazionale che avevo intuito già durante gli anni universitari, quando seguivo i corsi di antropologia medica e bioetica del Professor Sandro Spinsanti, un vero pioniere per l’Italia, e non solo, di una necessaria riacquisizione di anima della medicina. È stata una vera e propria rivoluzione copernicana: aver rimesso al centro la persona mi ha dato nuove motivazioni per la mia professione.

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L’intervista a Cristina Cenci, antropologa e founder DNM, sul progetto NARR-ARTI

Screenshot 2025-06-30 153055Come si può unire il rigore dei dati clinici con la ricchezza irriducibile della storia di una persona?

Cristina Cenci, antropologa e fondatrice di Digital Narrative Medicine, ci guida alla scoperta di NARR-ARTI, un nuovo progetto di medicina narrativa digitale presso il Policlinico Gemelli. Come spiega, il progetto nasce per dare una risposta concreta a questa domanda, sfruttando le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale generativa.

Il principio è chiaro: la soggettività di una persona non è standardizzabile. La narrazione diventa lo strumento per ascoltare e accogliere questa unicità, mentre l’AI interviene per analizzare e organizzare i racconti in categorie tematiche, valorizzandoli.

Guarda la video-intervista a Cristina Cenci.

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