Tumore al polmone: la speranza parte dall’ascolto

Unknown-3-2-e1758638646390Cura, prevenzione, ma anche equità, qualità della vita, ascolto, digitalizzazione, coraggio e soprattutto speranza. Le parole possono fare la differenza, soprattutto se arrivano da un dialogo ‘senza filtri’ con i pazienti e gli oncologi. È la scommessa messa nero su bianco dal libro ‘L’Innovazione che cura. Storie di pazienti con Carcinoma Polmonare’, che descrive i risultati di un’indagine narrativa sul vissuto di persone con diagnosi di tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC) e mutazione del gene Egfr.

L’indagine narrativa – promossa con il contributo non condizionante di Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia e Digital Narrative Medicine, in collaborazione con le Associazioni di Pazienti WALCE, Women Against Lung Cancer in Europe, e IPOP, Insieme per i Pazienti di Oncologia Polmonare – è la prima dedicata a persone che stanno affrontando questo tumore che ha diverse peculiarità, come hanno spiegato in un incontro ospitato alla Camera dall’Intergruppo Parlamentare One Health. 

Se i progressi della medicina hanno permesso di aumentare l’aspettativa di vita dei pazienti con carcinoma polmonare portatori della mutazione, occorre promuovere un cambio di paradigma verso un nuovo modello, centrato sulla persona e sulla relazione di cura.

Perché, come hanno spiegato oncologi, pazienti e associazioni, l’innovazione farmacologica deve essere accompagnata da una vera rivoluzione nella modalità di ascolto e presa in carico della persona che si trova a vivere l’esperienza di malattia.

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L’immaginazione che cura: uno studio pilota sull’utilizzo della realtà virtuale immersiva durante la chemioterapia

Terapia-VR-in-un-ambiente-serenoNel 1949, l’antropologo francese Claude Lévi-Strauss introduce il concetto di efficacia simbolica per analizzare il canto sciamanico dei Kuna di Panama per la cura dei parti difficili. Il canto agisce come un dispositivo metaforico che consente alla paziente di dare ordine a una esperienza di caos fisico e psichico e in questo risiede il suo potere terapeutico. Non necessariamente però questo effetto di cura è ancorato al significato delle parole del canto.

Le ricerche successive, infatti, hanno mostrato che la lingua dello sciamano è incomprensibile alle partorienti. Secondo Carlo Severi, il canto rituale contribuisce a creare un campo proiettivo condiviso che produce una “illusione percettiva guidata” e fa emergere ciò che non riuscirebbe a essere formulato in altro modo. Il canto abilita l’immaginazione della paziente, facilitando il percorso di risposta positiva alla situazione. “Un canto che racconta una storia stereotipata – la stessa per tutti – diviene un’immagine sorprendentemente fedele dell’esperienza e della storia segreta del paziente. E ciò semplicemente perché è il paziente stesso a costruire per sé la propria efficacia simbolica”.

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Arte, benessere, salute: saperi in connessione. Webconference 19 e 20 settembre 2025

_hlTOV-msx8xNegli ultimi anni si è consolidato un crescente interesse verso l’integrazione tra linguaggi artistici, pratiche culturali e percorsi di cura, con l’obiettivo di promuovere la salute e il benessere delle persone e delle comunità. La relazione tra arte e salute non rappresenta soltanto un ambito emergente di ricerca e sperimentazione, ma anche un terreno fertile per la costruzione di alleanze tra mondi tradizionalmente distinti: quello sanitario, quello artistico-culturale e quello sociale.
Esperienze condotte a livello nazionale e internazionale dimostrano come l’arte, nelle sue diverse forme, visive, performative, narrative, musicali, possa incidere positivamente sulla qualità della vita, sostenere i processi di cura, favorire l’empowerment dei pazienti, dei cittadini e dei professionisti, e contribuire a generare ambienti più accoglienti, relazioni più umane e percorsi più sostenibili. In quest’ottica, l’arte si configura come strumento di promozione della salute, nel solco della definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che pone al centro non solo l’assenza di malattia, ma la capacità di adattamento e di auto gestirsi di fronte alla sfide sociali, fisiche ed emotive” per raggiungere il pieno benessere fisico, mentale e sociale.

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L’intervista al dott. Alessandro Rossi sul progetto NARR-ARTI

Screenshot 2025-09-08 112807“Una vera e propria rivoluzione nel percorso di cura”

Il dott. Alessandro Rossi, UOSD Medicina di precisione in Senologia al Policlinico Gemelli, introduce così la medicina narrativa e il progetto NARR-ARTI. L’esigenza di un nuovo progetto di medicina narrativa nasce dalla consapevolezza che il tempo di una visita spesso non basta per comprendere appieno la complessità di un’esperienza personale, prima che terapeutica.

Per superare questa barriera, il Policlinico Gemelli ha creato NARR-ARTI, un progetto che mette al centro la storia e la voce delle pazienti affette da tumore alla mammella.

Attraverso il diario digitale DNMLab, le parole delle persone si trasformano in un prezioso indirizzo di cura. Inoltre, l’implementazione dell’intelligenza artificiale supporta i medici nell’analisi delle narrazioni, per comprendere a fondo i bisogni specifici e costruire insieme un percorso realmente su misura delle pazienti.

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Il nuovo ciclo di webinar targato SIMeN per l’anno 2025/2026

WEB-I-NARR_sfondo-trasparente-def-ritaglioLa Società italiana di Medicina Narrativa sta organizzando un ciclo di webinar che si svolgerà tra l’autunno 2025 e i primi mesi del 2026, continuando una tradizione che negli anni è stata parte fondamentale dell’attività di SIMeN, a tal proposito basti ricordare gli incontri di R-Esistere svolti durante il periodo della pandemia che hanno affrontato numerosi temi e consentito un contatto umano e intellettuale in un momento tanto critico. I webinar saranno nuovamente occasione di incontro e aggregazione non solo per la comunità dei soci SIMeN ma per tutte le persone interessate alla Medicina Narrativa, per favorire sia lo scambio culturale che il dialogo tra coloro che parteciperanno e creare uno spazio in cui persone accumunate da curiosità e passione si ritrovino regolarmente.

Per i nostri futuri webinar abbiamo scelto una formula snella e colloquiale con incontri della durata di circa un’ora e mezza. Il tempo a disposizione sarà equamente suddiviso in tre parti: le prime due sessioni vedranno il contributo di un relatore esperto della materia trattata nel webinar e quello di un socio SIMeN che si interessi della stessa materia; con ciò desideriamo valorizzare e offrire spazio alle competenze di tutti i nostri Soci, in primis dei Facilitatori di Laboratori di Medicina Narrativa. L’ultima sessione sarà un tempo dedicato all’interazione con i partecipanti e ci auguriamo che i temi affrontati siano spunto di riflessione e di stimolo per gli interventi dei presenti.

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