Tumore metastatico del colon-retto: un manifesto e un corto in tre episodi raccontano bisogni ed esperienze dei pazienti

67daf88328784Più cura, con la promozione di un approccio non limitato al trattamento medico, ma che integri competenze multidisciplinari e risposte personalizzate; più tempo, migliorando le prospettive dei pazienti attraverso la diagnosi precoce e l’accesso all’innovazione terapeutica; più vita, aiutando i pazienti a vivere al meglio tutto il tempo del loro percorso. Nasce con questi obiettivi la campagna di sensibilizzazione sull’esperienza delle persone con tumore metastatico del colon-retto «Più – Più cura. Più tempo. Più vita», promossa da Takeda Italia con il patrocinio di AIIAO (Associazione Italiana Infermieri di Area Oncologica), A.I.Stom. (Associazione Italiana Stomizzati), AMICI Italia (Associazione nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino), Fondazione ANT, Europa Colon – Italia APS, FAVO (Federazione Italiana Delle Associazioni Di Volontariato In Oncologia), ROPI (Rete Oncologica Pazienti Italia), SIPO (Società Italiana di Psico-Oncologia).

Tumori a insorgenza precoce

Il tumore del colon-retto (Crc, colorectal cancer), secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, è la terza neoplasia più diffusa al mondo, con più di 1,9 milioni di nuovi casi e 900mila decessi nel 2022. In Europa, il Crc è stato il secondo cancro più comune nel 2022, con circa 538mila nuovi casi e 248mila decessi. Secondo il Rapporto AIOM AIRTUM «I numeri del cancro in Italia», nel 2024 sono state stimate circa 48.706 nuove diagnosi e sono 442.600 le persone viventi nel nostro Paese dopo una diagnosi di tumore del colon-retto. In Italia la sopravvivenza sta progressivamente aumentando, merito dei programmi di screening, dei miglioramenti della chirurgia e dei progressi delle terapie mediche. Tuttavia, a fronte di una diminuzione delle nuove diagnosi nella fascia d’età tra i 50 e i 60 anni, si inizia a osservare un aumento di questi tumori, ribattezzati early-onset, o tumori a insorgenza precoce, nelle persone giovani-adulte, fra i 20 e i 45 anni.

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“SapENDO un po’ di più”: sabato 15 marzo un evento per favorire conoscenza e consapevolezza sull’Endometriosi all’Aou Senese

Screenshot 2025-03-11 153232Marzo è il mese dedicato alla consapevolezza sull’Endometriosi, una patologia benigna che colpisce il 10-15% delle donne in età fertile, responsabile di dolore pelvico e infertilità con un forte impatto sulla qualità della vita. Per fare il punto della situazione e ampliare il range di conoscenze su questa malattia, il professor Errico Zupi, direttore UOC Ginecologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese ha organizzato un incontro divulgativo dal titolo “SapENDO un po’ di più”. L’evento, in programma sabato 15 marzo, dalle ore 9 alle 13, si svolge nell’aula 6 del centro didattico dell’ospedale Santa Maria alle Scotte e coinvolge direttamente le pazienti che racconteranno le loro storie ed esperienze anche con un approccio di medicina narrativa. Continua a leggere

Cristina Cenci (DNM): il progetto PERLA unione di 23 centri; un momento storico

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L’iniziativa rappresenta un momento storico, ha sottolineato Cristina Cenci, Amministratore Unico DNM. “Siamo riusciti a riunire 23 centri di cura, appartenenti a diverse regioni e aree terapeutiche – dall’oncologia alla cardiologia, fino agli hospice – attorno al concetto di una cura personalizzata e sistemica, che mette al centro la relazione e i bisogni individuali”.

Perla, la certificazione della cura a misura di persona, “ha il merito di farci incontrare e di presentarci come un modello alternativo. Una cura che possa veramente essere sostenibile, non basata su un modello di prescrizione efficientista, ma su una relazione e una personalizzazione che offrono cure appropriate”, ha concluso.

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Progetto Perla, premiati 23 centri per la cura a misura di persona

20250304163037Perla_LudovicoBaldessinIl Percorso PERLA promosso da EDRA S.p.A. e DNM Società Benefit, con il patrocinio di SIMeN – Società Italiana di Medicina Narrativa ha chiuso la sua prima edizione, certificando 23 strutture sanitarie: ecco i riconoscimenti ai centri che hanno migliorato l’esperienza di cura.

Un nuovo modello di assistenza sanitaria, centrato sulla persona e sulla qualità della relazione tra medico e paziente. Il Percorso PERLA promosso da EDRA S.p.A. e DNM Società Benefit, con il patrocinio di SIMeN – Società Italiana di Medicina Narrativa ha chiuso la sua prima edizione, certificando 23 strutture sanitarie. Il 28 febbraio 2025, alla Camera dei Deputati, sono stati consegnati i riconoscimenti ai centri che hanno migliorato l’esperienza di cura. Durante l’evento, realizzato in collaborazione con Fondazione Dignitas Curae, sono stati presentati anche i dati di un’indagine nazionale sulla qualità percepita dai pazienti.

L’analisi ha raccolto 727 valutazioni anonime in 23 centri sanitari. Il 95% dei pazienti era soddisfatto della qualità delle cure, il 93% valutava positivamente la comunicazione con il personale sanitario. Il 74% ha usato il telefono per contattare i medici, mentre la telemedicina è stata impiegata solo nell’8% dei casi. Infine, il 39% ha ricevuto consigli su alimentazione, 28% su attività fisica, 26% sul sonno.

Il Percorso PERLA ha creato il primo Decalogo della Cura a Misura di Persona. La medicina narrativa integra il racconto del paziente nella pratica clinica, superando l’approccio esclusivamente biomedico. Il Board scientifico del progetto ha coinvolto esperti di ISS, Agenas, FIASO, FNOMCeO, FNOPI e oltre 20 associazioni di pazienti.

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PERLA: la prima certificazione della cura a misura di persona

combined_new_perla_image-976x1536Puoi immaginare un dialogo tra un medico rinascimentale e un medico di oggi?”.

Ho fatto questa domanda al sistema di AI generativa Claude, specchio e al tempo stesso oracolo del sapere della contemporaneità, depositario e inventore di immaginari. Sarebbe interessante riportare l’intera risposta, ma mi limito ad alcuni frammenti. Non ho corretto le inesattezze storiche e dei nomi, ho lasciato il dialogo così come è stato inventato.

Dr. Vesalio(inchinandosi leggermente) Vi porgo i miei più distinti saluti, gentile donzella. Mi presento: sono il Dottor Paolo Vesalio, medico della Serenissima Repubblica di Venezia, allievo dell’Università di Padova e studioso degli umori corporei secondo gli insegnamenti del grande Galeno.

Dr.ssa Ferretti(sorpresa ma composta) Piacere di conoscerla, Dottor Vesalio. Sono la Dottoressa Elena Ferretti, chirurga cardiotoracica. Interessante… lei ha studiato a Padova? La scuola medica padovana è ancora rinomata oggi.

Dr. Vesalio(con orgoglio) La scuola di Padova è il faro della conoscenza anatomica! Ho assistito personalmente alle dissezioni pubbliche nel Teatro Anatomico. Ma ditemi, gentildonna, avete detto “chirurga”? Una donna che pratica l’arte della chirurgia? E cosa significa “cardiotoracica”?

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Una Perla per cure a misura di paziente

perla-917703Promossa da Edra e da DNM società benefit, con il patrocinio di SIMeN, è un nuovo paradigma di cura non più basato solo sulla prescrizione, ma su un percorso che consideri la persona nella sua interezza.

Favorire l’affermazione di un nuovo paradigma di cura non più basato solo sulla prescrizione, ma su un percorso che consideri la persona nella sua interezza. È questo l’obiettivo di Perla – Cura a misura di persona, un’iniziativa promossa da Edra e da Dnm società benefit, con il patrocinio di SIMeN – Società italiana di medicina narrativa, al centro di un evento che si è svolto venerdì 28 febbraio alla Camera dei Deputati, alla presenza di istituzioni ed esperti. Un momento di conoscenza culminato nella consegna della certificazione Perla ai primi centri sanitari che si sono distinti per l’adozione di modelli assistenziali personalizzati.

«Il percorso Perla nasce per valorizzare l’integrazione dell’approccio clinico tradizionale con le competenze e metodologie della medicina narrativa, basata sull’ascolto delle esigenze della persona», spiega Cristina Cenci, amministratore unico di Dnm. «Diversi studi dimostrano che questo modello, attento alla dimensione relazionale, sia produce una maggiore appropriatezza terapeutica, evitando ad esempio prestazioni inutili e migliorando l’aderenza alle cure, sia agisce sui comportamenti, migliorando stile e qualità di vita dei pazienti».

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