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Trattare le malattie, curare le persone

L’intervista a Massimiliano Marinelli autore del libro “Trattare le malattie, curare le persone: idee per una Medicina Narrativa”

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Articolo tratto da OMNI

Da quando nel mondo occidentale la malattia è stata considerata come un’entità, è stato possibile trattarla come un oggetto da conoscere, da spiegare agli altri e da poter sconfiggere.

L’annessione della malattia-come-entità nelle categorie del pensiero scientifico ha reso la Medicina una pratica sociale che cura con efficacia le persone ammalate, trattando le malattie che le colpiscono.

Trattare le malattie e curare le persone, tuttavia non sono la stessa cosa, ma si riferiscono a due maniere di pensare e di conoscere.

Trattare le malattie ha a che fare soprattutto con il pensiero logico-matematico (scientifico), mentre curare gli ammalati rientra per lo più in una mo­dalità artistica (umanistica) dove l’obiettivo, l’opera d’arte, non si riferisce al paziente, ma alla cura stessa, alla quale concorrono curatore e paziente.

Certamente, i termini scientifico e artistico non devono essere letti in modo dogmatico, ritenendo che si dia una unica accezione di scienza, oppure che l’arte come il pensiero umanistico siano antiscientifici. Quando si parla di medicina scientifica e di medicina artistica, si intende delineare didatticamente una prevalenza di una modalità di pensiero rispetto all’altra.

È un dato di fatto, comunque, che oggi si assista alla difficoltà di guardare i pazienti in un modo differente da come si osservano le malattie.

Gran parte dei conflitti, che emergono nel rapporto medico paziente, provengono dall’univocità di uno sguardo sommamente clinico, ma inadatto a comprendere le esigenze di un soggetto quando è alle prese con la sofferenza e la morte.

Si ritiene che la Medicina Basata sulla Narrazione (NBM), così come sarà delineata nel testo, rappresenti quel tipo di sguardo necessario a rendere l’atto medico un atto umano tra uomini.

Si è scelto il termine NBM e non Medicina Narrativa (NM), in quanto seppure la prima intrattenga uno stretto rapporto con la seconda non si identifica con essa. continua a leggere