Medici e pazienti, due facce della stessa medaglia

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Curare il malato e non la malattia, è davvero “quel qualcosa in più”? Da un’esperienza di malattia e di contatto con i professionisti nasce un documentario che dà voce ai curati e ai curanti e che vuole mettere al centro la relazione e ciò che oggi nella medicina la impedisce (Paola Arcadi). La lettera di Nicole Smith e il trailer del documentario.

Lettera di Nicole Smith pubblicata da quotidianosanità.it

Gentile Direttore,
mi chiamo Nicole e non sono una professionista sanitaria, ma sono stata una persona malata, a seguito di un grave incidente stradale. A quel tempo mi stavo laureando in Comunicazione ed ho deciso così di iniziare ad osservare la relazione tra me e i professionisti sanitari. Un grande paradosso mi si poneva di fronte: siamo passati dal venerare all’aggredire le persone curanti.  Perché?

Per lunghi secoli il modello relazionale prevalente tra medici e pazienti è stato il cosiddetto “paternalismo medico”: il medico era l’unico a prendere decisioni sul da farsi, insieme al prete – custode dell’anima – rappresentava il nostro custode del corpo, quindi vera e propria venerazione, molto spesso affiancata da una sottomissione del paziente.

Successivamente, con Paracelso, inizia ad essere messa in dubbio l’onniscienza medica, inizia così la germinale teorizzazione di quello che verrà chiamato, ai giorni nostri, “il paziente al centro”.  Bisogna però fare una precisazione: nel corso del tempo è avvenuta una massiccia positivizzazione della medicina che ha portato ad identificare il paziente con la sua malattia. E mi creda se affermo che essere considerata esclusivamente la “politrauma della strada” non è per niente piacevole. Continua a leggere