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Un test per scoprire con precisione chi rischia il suicidio

Analisi del sangue e app per intervenire in tempo

Un test del sangue per salvare molte vite: le persone in trattamento per il disturbo bipolare e altre malattie psichiatriche sono a maggior rischio di suicidio, ma i medici potranno presto disporre di strumenti per prevedere quali di questi individui tenterà di togliersi la vita, intervenendo precocemente per evitare che simili tragedie si verifichino. I ricercatori della Indiana University School of Medicine hanno riferito sulla rivista Molecular Psychiatry di avere sviluppato un’analisi del sangue e dei questionari che possono individuare con oltre il 90% di precisione (fino al 98%) quale paziente inizierà a pensare al suicidio o tenterà di realizzare questo obiettivo.

“Crediamo che l’adozione diffusa di test predittivi di rischio sulla base di questi risultati consentirà ai medici di intervenire con i cambiamenti dello stile di vita o con trattamenti che possono salvare vite umane”, ha detto Alexander B. Niculescu, professore di psichiatria e neuroscienze medica presso la Facoltà di Medicina. Utilizzando biomarcatori dell’RNA da campioni di sangue insieme a un questionario di nuova concezione in forma di una app, i ricercatori sono stati in grado di prevedere quali individui in un gruppo di pazienti con malattie psichiatriche, rischiavano il suicidio con una precisione di circa il 92 per cento. Tra i pazienti con disturbo bipolare, la precisione ha raggiunto il 98%, ha precisato Niculescu.
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La combinazione di biomarcatori e app si è dimostrata anche precisa nel predire quali dei pazienti sarebbero stati ricoverati in ospedale per tentativo di suicidio nell’anno successivo. Lo studio è iniziato con un gruppo di 217 pazienti psichiatrici, seguiti da Niculescu e dai suoi colleghi per diversi anni con diagnosi di disturbo bipolare, disturbo depressivo maggiore, disturbo schizoaffettivo, e con la schizofrenia. I ricercatori hanno identificato 37 partecipanti che negli anni sono peggiorati e che sono arrivati ad ”un alto livello” di volontà di togliersi la vita.

Gli scienziati hanno identificato in questi 37 pazienti con il test del sangue il marcatore dell’RNA in comune. I ricercatori credono che le app per le verifiche cliniche siano pronte per essere distribuite e testate da professionisti medici, in particolare nei pronto soccorso. I biomarcatori per l’analisi del sangue dovranno invece essere ancora ulteriormente perfezionate ma i nuovi studi in corso sulla popolazione femminile si stanno già dimostrando promettenti.

Articolo di Maria Emilia Bonaccorso su Ansa Salute